Jesolo. Sulle spiagge la stagione ormai non si salva più: stranieri dimezzati e lunedì il deserto

Giovedì 23 Luglio 2020 di Giuseppe Babbo
Jesolo. Sulle spiagge la stagione ormai non si salva più: stranieri dimezzati e lunedì il deserto
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JESOLO - Nei fine settimana la situazione è di apparente normalità, con picchi di tutto esaurito e lunghe code per raggiungere le città turistiche del litorale. Ma dal lunedì scatta il crollo delle presenze, con un'attività ricettiva ridimensionata. Stagione in altalena per la costa veneziana, dove si alternano weekend di grandi presenze a giorni infrasettimanali deludenti. E' il caso di Jesolo, praticamente uguale per tutte le altre città balneari veneziane. Perse le festività tedesche di Ascensione, Pentecoste e Corpus Domini, che in condizioni favorevoli permettevano di raggiungere tranquillamente il tutto esaurito, nelle ultime settimane a mancare sono sempre gli ospiti stranieri. E se le previsioni per agosto e settembre fanno intendere un aumento di presenze, difficilmente ci potrà essere un recupero delle perdite precedenti. E l'esempio di Jesolo vale per tutti. Qui nei weekend la media di occupazione alberghiera è del 93%. Se il mese di giugno, tra confini regionali aperti dal 3 e frontiere tra stati aperte ufficialmente dal 15, è stato praticamente da dimenticare, dai primi giorni di luglio ad aprire i battenti è stato il 90% degli hotel su un totale di 370 hotel presenti in città, un risultato positivo che testimonia la voglia degli imprenditori litoranei di mettersi comunque in gioco. Ma a mancare sono sempre gli ospiti stranieri, quelli tedeschi e austriaci. E poi quelli provenienti dall'est e nord Europa che in genere affollavano la città nelle settimane di luglio.

STRANIERI DIMEZZATI
«Secondo la nostra stima spiega Alberto Maschio, presidente dell'Associazione jesolana albergatori il calo delle presenze straniere è netto: se confrontiamo i dati del 2019 ad oggi ci manca più della metà degli stranieri che solitamente arrivava nella nostra città: è un'assenza che si avverte soprattutto in questi giorni, luglio per tradizione era il mese degli stranieri, con arrivi un po' di tutta Europa». A compensare le assenze, almeno in parte, ci sta pensando il mercato interno. «Ad oggi dice sempre il presidente degli albergatori stiamo registrando un calo di presenze del 30% e tra chi soggiorna in città solo il 35% è rappresentato da ospiti stranieri. Ma fino allo scorso anno questo mese era completamente, o quasi, dedicato agli ospiti stranieri. Se l'ospite fidelizzato è tornato, il calo esiste comunque. Si tratta di una tendenza che sarà confermata fino alla fine del mese. Va poi riconosciuto che ci sono degli italiani che hanno scelto di soggiornare a Jesolo per la prima volta, non sono però presenze che compensano i mancati arrivi anche se in ogni caso questo sono ospiti che hanno scelto le nostre strutture».

TARIFFE IN CALO
Un capitolo a parte, vale poi per il fatturato, anche in questo caso in calo: «Con una diminuzione dice ancora Maschio che si sta assestando attorno al 40%.

Vista la situazione ci sono camere che vengono proposte a tariffe inferiori rispetto allo scorso anno. E' uno degli aspetti che avevano messo in preventivo alla vigilia delle aperture». Difficile, in questo momento, fare delle previsioni per quanto potrà accadere tra agosto e settembre. «Grosso modo è il pensiero del presidente degli albergatori non credo ci saranno grosse oscillazioni. In questo momento la domanda è molto sensibile a tanti fattori e basta davvero poco per modificare la situazione. La richiesta non manca, anche dall'estero, con riferimento alla seconda parte di agosto e prime settimane di settembre. Noi vogliamo essere fiduciosi ma al tempo stesso cauti, ribadendo la necessità di fare attenzione quando si diffondono certi messaggi». Ad essere confermata, dunque, è una stagione per il momento in linea con le aspettative create dal Covid. «Non immaginavamo nulla di diverso rispetto a quanto sta accadendo conclude Maschio tutto sta andando come preventivato. Tuttavia se oggi ci troviamo a metà stagione e per i prossimi 40 giorni le richieste non mancano, quello che ci preoccupa maggiormente è quanto accadrà a partire dal 1 ottobre, quando gli hotel chiuderanno. In quel momento si faranno i bilanci veri e si capirà quante aziende avranno la forza per arrivare al 2021 e di superare la crisi. Forse la vera sfida sarà questa».

Ultimo aggiornamento: 24 Luglio, 11:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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