JESOLO - È stato annullata oggi, venerdì 16 settembre 2022, per mancata traduzione in arabo, l'ordinanza di custodia cautelare dello sparatore di Jesolo, Absi Jassine, arrestato a Parigi mentre tentava di fare perdere le proprie tracce, dopo i fatti nella nota località balneare veneta. Il Tribunale ha accolto il ricorso dell'avvocato Marco Borella, Absi Jassine era accusato di tentato omicidio. La libertà, se così si può chiamare, del tunisino è durata solo il tempo in cui la Procura ha emesso un nuovo fermo, ovviamente stavolta tradotto in arabo, per lo stesso reato. A quel punto il 28enne è tornato in cella.
La sparatoria per vendicarsi
Il 28enne tunisino era stato catturato all’aeroporto di Orly a Parigi, ed era ricercato per la sparatoria del 26 luglio in un bar di via Verdi a Jesolo. Il giovane nordafricano aveva seguito un piano preciso per mettere in atto la sua vendetta. Nessun precedente, nessun apparente “appoggio” locale: lui, originario delle banlieue parigine, a maggio aveva lasciato sorella e cognata in Francia per venire in Italia a sostenere il fratello, da poco arrestato per droga. Aveva impiegato un paio di mesi per risalire all’uomo che (secondo lui) l’aveva tradito, un suo connazionale di 36 anni. Da allora il suo unico obiettivo era stato vendicarsi e vendicare il fratello.
Cosa è successo al Crazy cocktails Mojito’s bar
Il momento migliore era arrivato la sera del 26 luglio in via Verdi a Jesolo: cinque colpi esplosi al Crazy cocktails Mojito’s bar (uno a segno) e poi via, in auto verso Parigi.
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