Coronavirus, l'idea di Jesolo: «In spiaggia solo su prenotazione con un'app». La Sardegna: «No plexiglass, servono regole»

Mercoledì 15 Aprile 2020
Coronavirus, l'idea di Jesolo: «In spiaggia solo su prenotazione con una app»
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La follia del plexiglass non piace. A nessuno. Piuttosto, «in spiaggia solo su prenotazione, per garantire la sicurezza di tutti»: è la proposta che il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia, formulerà ufficialmente domani ai rappresentanti delle varie categorie economiche nel corso di una video-conferenza per gestire l'emergenza coronavirus in vista dell'estate. Jesolo, con circa 6 milioni di presenze stanziali l'anno, è una delle stazioni balneari con il maggior numero di ospiti in Italia. A questi si aggiungono i turisti pendolari, per i quali non c'è un dato ufficiale. «Sfruttiamo la tecnologia e attiviamo un'app - ha aggiunto Zoggia - che permetta di accedere alla spiaggia soltanto dopo aver prenotato e scelto il proprio posto, privilegiando l'aspetto sanitario e del distanziamento sociale». «Pensiamo che possa essere questa la soluzione per l'estate 2020: noi siamo contro i turisti nelle scatole di plexiglass» ha concluso il sindaco. 
 



Niente box in plexiglas anche in Sardegna. L'unica certezza è il distanziamento. Ma le regole sono ancora tutte da scrivere. «Impossibile per l'isola pensare a una soluzione con i box - spiega Claudio Del Giudice, presidente regionale del Sib - Con il vento che abbiamo sarebbe poco adatto. E, oltre tutto, anche pericoloso per i bagnanti. Ipotesi fantasiose. Qui bisogna pensare a delle regole comuni. Ma anche alle esigenze delle diverse tipologie di spiaggia. Un conto è il Poetto, un altro è una caletta in Gallura. Serve urgentemente un tavolo tecnico con tutti gli assessorati in qualche modo coinvolti, dai trasporti agli enti locali. Naturalmente con l'assessorato alla Sanità. Bisogna darsi delle norme, non bastano quelle generali dell'Oms». E il Sib sta predisponendo una lettera al presidente della Regione Christian Solinas. «Un invito a riaprire subito le spiagge per la manutenzione - spiega Del Giudice - perché ora, dopo gli ultimi provvedimenti, nessuno, nemmeno da solo, può entrare nell'arenile. Ma ci sono tanti lavori da fare. Molti stabilimenti sono stati danneggiati dalle mareggiate. In altre regioni si sta intervenendo nei litorali. Noi, andando avanti così, rischiamo di farci trovare impreparati rispetto alle altre località turistiche del resto d'Italia».

Stagione in bilico, ma per Sib si possono trovare delle soluzioni per far arrivare comunque i turisti. «Sarebbe importante fare i tamponi a tutti i sardi - questa la sua proposta - per dare a chi arriva in vacanza la garanzia di una regione
free virus. La gestione degli arrivi? Un po' come si fa per alcune destinazioni: si deve seguire un protocollo che dia garanzie sul buono stato di salute. Ma, ripeto, è giusto che di questi argomenti si parli al più presto in un incontro. E che non si prendano decisioni senza ascoltare le ragioni di chi conosce bene le esigenze e i problemi del settore». Il distanziamento come punto di partenza? Sì, ma quanti metri? «Ci sono diverse tipologie di spiagge - spiega ancora Del Giudice - ci vogliono regole che tengano però conto anche delle differenze». Un'altra richiesta alla Regione: «Importante l'estensione temporale delle concessioni - conclude - perché senza di quelle non si può andare in banca a chiedere finanziamenti per gli interventi.
So che la Regione si sta muovendo in questa direzione. Ma, ora più che mai di fronte all'emergenza sanitaria, bisogna portare a compimento questo percorso». 

 
 

Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 14:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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