Jesolo. Vaccini, un pass per andare al mare. Sindaci e categorie favorevoli all'idea

Sabato 27 Febbraio 2021 di Giuseppe Babbo
Jesolo. Vaccini, un pass per andare al mare. Sindaci e categorie favorevoli all'idea
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JESOLO - «E' un tema delicato, sicuramente può essere utile per sostenere la ripresa del turismo e per convincere le persone a vaccinarsi, però la campagna vaccinale deve correre nello stesso modo in tutti i Paesi». Le parole sono quelle di Pasqualino Codognotto, sindaco di San Michele-Bibione e presidente della conferenza dei sindaci della costa veneta, i riferimenti sono tutti sulla possibilità di introdurre in Europa il certificato verde, ovvero un lasciapassare per permettere ai cittadini europei di viaggiare in estate.

L'argomento è stato discusso negli ultimi due giorni dai leader Ue al Consiglio europeo che hanno convenuto che per la sua attuazione serviranno almeno tre mesi. In pratica giusto in tempo per l'estate. Ad essere attuato sarebbe un documento che dovrebbe certificare non solo l'avvenuta vaccinazione, ma anche l'esistenza di un test risultato negativo o l'immunizzazione avvenuta a seguito della guarigione. Insomma, una possibilità in più per sostenere il turismo e la ripresa in sicurezza degli spostamenti ma che divide sindaci e associazioni di categoria, in parte favorevoli a questa possibilità ma anche preoccupati per la possibilità di tagliare una parte di mercato, ovvero quei cittadini che non riceveranno il vaccino entro l'estate. 


SOLUZIONE DA APPROFONDIRE

«Io dico che questa può essere una soluzione da approfondire dice Codognotto Sono favorevole ai vaccini ma credo che in ogni caso deve essere garantita la libertà di scelta dei cittadini a vaccinarsi. Se il certificato verde può essere uno strumento utile per muoversi, non va dimenticato che la campagna vaccinale sta procedendo a velocità diverse in base ai vari Paesi e i cittadini avranno accesso al vaccino in momenti diversi. Questo è un aspetto fondamentale, perché si rischiano di perdere degli ospiti, ovvero chi non avrà ricevuto il vaccino. Ritengo che debba essere attuata una fase di transizione, sostenendo questo certificato ma senza l'obbligatorietà. Valuteremo l'evolversi della vicenda e se necessario convocheremo una riunione con tutti i sindaci». Eppure in Europa il pressing non manca, soprattutto da Grecia, Spagna e Portogallo. «La loro è una posizione condivisibile aggiunge Roberta Nesto, prima cittadina di Cavallino-Treporti, che vanta metà dei propri ospiti da Austria e Germania - . Sulla carta stiamo parlando di uno strumento utile a sostenere la ripresa in sicurezza degli spostamenti, nella pratica però ci scontriamo con le campagne vaccinali che procedono a rilento. Io dico che assieme al certificato ci deve essere un intensificazione dei vaccini, in caso contrario il rischio è quello di perdere tutta quella parte di persone, magari dai 50 anni in giù, che non si sono ancora vaccinate». Sulla stessa scia il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia, che rilancia anche la possibilità di vaccinare tutti gli operatori turistici. «In Inghilterra c'è già il 30% di popolazione vaccinata sono le sue parole e per l'estate questa percentuale aumenterà notevolmente secondo le nostre verifiche e in Germania sta per partire un grande piano di vaccinazione. Quando sento parlare di certificato vaccinale a me preoccupa la capacità di reazione dell'Italia: io dico di vaccinare tutti i lavoratori del turismo, sarebbe un segnale importante verso i nostri ospiti che tornerebbero numerosi nella nostre località». 


GLI IMPRENDITORI

Tra le categorie la sostanza non cambia, ricordando che anche il Silb, il sindacato dei locali da ballo ha chiesto di aprire le discoteche a chi si è vaccinato o è in possesso di un covid test negativo riferito alle ultime 24 ore. «Quella del certificato vaccinale spiega Alberto Maschio, presidente di Aja è una delle tante ipotesi, per quanto ci riguarda chiediamo di approfondire i contenuti di questo vaccino. Inoltre bisogna fare i conti con i tempi di vaccinazione dei cittadini che non sono uguali tra i vari Paesi». Stessa posizione per Angelo Faloppa, presidente di Confcommercio: «E' una soluzione utile sono le sue parole per sostenere la ripresa degli spostamenti, però c'è il problema dei vaccini fatti in momenti diversi e questo aspetto può essere una limitazione. Non dimentichiamo che grazie alle temperature elevate il virus circola meno, la scorsa estate senza vaccini ma con tutti i protocolli sanitari, abbiamo comunque fatto la stagione». 

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