Baby gang e movida violenta, daspo urbano di 2 anni e rinforzi in spiaggia

Sabato 6 Luglio 2019
Baby gang e movida violenta, daspo urbano di 2 anni e rinforzi in spiaggia
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 Il messaggio lanciato dal prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto e dal questore Maurizio Masciopinto è chiaro: tolleranza zero per chi arriva in città per compiere atti illeciti e richiesta di massima collaborazione da chi si occupa di turismo, dal mondo della movida ai chioschi sulla spiaggia. Violenza giovanile e ordine pubblico in primo piano ieri a Jesolo. E' l'effetto delle due riunioni  con autorità e associazioni di categoria del turismo, del commercio e dei locali notturni.
Tra i riferimenti il pestaggio di domenica scorsa di una baby gang a 3  bagnini del consorzio Trieste 1, finiti all'ospedale. E per questo sia il Prefetto che il Questore hanno chiesto prima di tutto un atto di responsabilità da parte dei gestori dei locali, invitandoli ad evitare di servire alcol e superalcolici ad oltranza. 
 Concetti  ribaditi dal questore che ha annunciato rinforzi: 4 giovani poliziotti che si mescoleranno ai ragazzi e altri 16 agenti, entro il 19 luglio. E anche l'emissione di Daspo di due anni da Jesolo per quei giovani residenti fuori Jesolo e denunciati in città negli ultimi mesi. «Riteniamo che se a un giovane venga vietato di andare a fare il bagno al mare a Jesolo per due anni, poi lo stesso si faccia qualche domanda.». «I gestori devono investire sulla sicurezza e affidarsi a professionisti del settore e in caso di necessità devono chiamarci senza esitazione». Il questore chiede poi ai locali di dotarsi di videocamere di sorveglianza. Su questo fronte i presidenti delle associazioni di categoria, ovvero Angelo Faloppa di Confcommercio, Franco Polato di Silb, Alberto Maschio di Aja, Renato Cattai di Federconsorzi, Luigi Pasqualinotto del Consorzio JesoloVenice e Alessio Bacchin di Jesolo Turismo, hanno risposto compatti: «Abbiamo espresso la massima collaborazione per affrontare il problema della sicurezza, abbiamo sempre fatto la nostra parte e continueremo a farlo».
Giuseppe Babbo

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