Jesolo. La mareggiata mangia 10mila metri cubi di sabbia, onde fino alla settima fila degli ombrelloni

Domenica 4 Ottobre 2020 di Giuseppe Babbo
Jesolo. La mareggiata mangia 10mila metri cubi di sabbia, onde fino alla settima fila degli ombrelloni
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JESOLO/ERACLEA - A Jesolo spiaggia ancora erosa dalla mareggiata. Raffiche di vento di scirocco e alta marea, l'arenile flagellato per l'ennesima volta dalla furia del mare. Negli stabilimenti balneari ancora aperti in vista dell'allungamento stagionale, le onde sono arrivate fino alle settima fila degli ombrelloni. Ma proprio a fronte delle pessime previsioni meteo, da giorni gli operatori dei consorzi si erano messi al lavoro per mettere al riparo le varie attrezzature. Un'azione previdente che ha permesso di contenere una parte di danni, come ha sottolineato il presidente di Unionmare Veneto Alessandro Berton. Ma il mare in burrasca è comunque risalito sulla spiaggia, lasciando per l'ennesima volta il segno, ovvero un'erosione che secondo le prime stime potrebbe aggirarsi sui 10mila metri cubi di sabbia. 

A Jesolo la situazione più critica si è registrata come sempre nella zona della Pineta, tra la torre Merville e Cortellazzo, dove le onde hanno sommerso i pennelli a mare in roccia creando il solito scalino sulla riva. Il sindaco Valerio Zoggia ha assicurato che nelle prossime ore, quando passerà l'ondata di maltempo, verranno quantificati i danni e verrà valutata anche la rimozione dei rifiuti spiaggiati, alta questione di rilievo a fronte degli ingenti costi di recupero.

Da registrare, inoltre, che già venerdì scorso il Comune ha autorizzato Federconsorzi a realizzare delle dune di sabbia per proteggere la spiaggia dalle prossime mareggiate. 

«Da giorni abbiamo recuperato lettini e ombrelloni dice Amorino De Zotti, vicepresidente di Federconsorzi l'erosione, anche se più contenuta rispetto al previsto, non è mancata. Come sempre il tratto più colpito è quello della pineta, purtroppo l'autunno è appena iniziato è già dobbiamo fare i conti con i danni delle mareggiate. E' una lotta senza fine, servono azioni strutturali: a Venezia con il Mose hanno salvato il centro storico, ora è arrivato il momento di salvare la spiaggia. I nuovi pennelli a mare non bastano, proviamo a fare delle dighe in roccia parallele alla spiaggia». 

La mareggiata ha creato problemi anche a Eraclea Mare, creando anche qui la solita erosione. 
Più critica la situazione alla spiaggia del Mort, dove la potenza delle onde ha fatto franare di circa 3 metri la diga in cemento, con il concreto rischio che ora il mare possa arrivare fino alla laguna e peggio ancora alla pineta. «Già lo scorso anno dice Danilo Biondi, capogruppo di Vivere Eraclea la diga aveva subito dei danni, ora la situazione è peggiorata e in alcuni punti la diga è collassata su se stessa: serve un intervento di ripristino urgente, prima che sia tardi e che l'acqua del mare danneggi irrimediabilmente il delicato ambiente che circonda la laguna del Mort». 
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