Sorpasso fatale e 4 ragazzi uccisi, la Corte d'Appello conferma: 8 anni di carcere all'elettricista romeno Foto Video

Mercoledì 23 Giugno 2021 di Gianluca Amadori
Sorpasso fatale e 4 ragazzi uccisi
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MUSILE DI PIAVE - Otto anni di reclusione per aver provocato il grave incidente stradale che, nel luglio del 2019, costò la vita a quattro ventiduenni di Musile, Riccardo Laugeni, Eleonora Frasson, Leonardo Girardi e Giovanni Mattiuzzo, e il ferimento della quinta passeggera, Giorgia Diral. La Corte d'appello di Venezia ha confermato ieri la sentenza di condanna emessa in primo grado la scorsa estate a carico di Marius Alin Marinica, 29 anni, elettricista romeno di Musile, a conclusione di un processo celebrato con rito abbreviato, e dunque con la concessione automatica dello sconto di un terzo della pena, partita dunque da 12 anni di reclusione.


«Siamo soddisfatti di una sentenza che accerta la piena responsabilità dell'imputato», ha dichiarato l'avvocato Guido Simonetti, che assiste i familiari di tre delle vittime, Laugeni, Mattiuzzo e Frasson, i quali hanno scelto di non costituirsi parte civile al processo penale (a parte i fratelli, per mero atto simbolico di presenza): finora hanno ottenuto un acconto dalla compagnia assicuratrice di Marinica e proseguiranno se necessario l'azione in sede civile per ottenere il pieno risarcimento del grave danno sofferto.

Si era costituito parte civile, invece, il padre di Frasson (avvocatessa Fabiola Ceolin), il quale è uscito dal processo prima dell'udienza di appello, dopo essere stato risarcito. Anche i familiari di Girardi, assistiti dagli avvocati Walter Drusian, Matteo Dan e Natascia Cella, hanno concluso un accordo risarcitorio prima del processo.

 


LA DIFESA
La sentenza di primo grado era stata impugnata soltanto dal difensore dell'imputato, l'avvocato Rodolfo Marigonda, il quale si è battuto per ottenere la concessione delle attenuanti generiche, sulla base della collaborazione fornita dal giovane elettricista nel corso delle indagini e del comportamento da lui tenuto durante il processo e nei quasi due anni di arresti domiciliari. Per la conferma della sentenza si sono battuti la procura generale e l'avvocato Simonetti con i suoi collaboratori, gli avvocati Simone Zancani e Leonardo De Luca.


FUORI STRADA
Il grave incidente stradale si verificò nella notte tra il 13 e il 14 luglio del 2019 in via Pesarona a Ca' Nani, frazione di Jesolo: la Golf condotta da Marinica procedeva ad una velocità di 100 chilometri all'ora (con il limite a 70) e, rientrando da un sorpasso, entrò in collisione con la fiancata sinistra della Ford Fiesta guidata da Laugeni (che viaggiava a 77 all'ora), facendola finire nel canale, dopo una breve corsa giù per la scarpata. Possibile che i quattro ragazzi siano morti annegati, anche se non c'è certezza poiché la procura non ha disposto l'autopsia considerando evidente il nesso causale tra l'incidente e il drammatico epilogo.
Dopo l'impatto l'elettricista non si fermò, sostenendo di aver avvertito solo un piccolo urto allo specchietto: in questo modo non è stato possibile accertare se Marinica fosse ubriaco o meno. La sua auto fu individuata la mattina seguente grazie ad una donna che aveva chiamato la polizia per segnalare la guida spericolata di un automobilista, fornendo la targa della vettura.

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Ultimo aggiornamento: 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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