Albergatore di Jesolo morto nell'incidente, la moglie non riusciva a lasciare il corpo sull'asfalto. Le parole all'investitore: «Lo hai ucciso, era la mia vita»

Venerdì 7 Agosto 2020 di Giuseppe Babbo
Travolto e ucciso in scooter: «Hai ucciso mio marito, Roberto era la mia vita»
2

JESOLO - «Hai ucciso mio marito, padre di tre figli, era la mia vita!». Un dolore straziante. A ripeterlo, in lacrime, piegata in due dalla sofferenza e sorretta da parenti e amici, è Margit Unterweger, moglie di Roberto Borella, albergatore di 56 anni, morto ieri, giovedì 6 agosto, in seguito a un tragico incidente accaduto alle 13, lungo via Equilio, all'altezza dell'incrocio con via Firenze.

L'uomo, gestore dell'hotel Trento, si trovava in sella al suo scooter, una Vespa 250. Improvvisamente, per cause in corso di accertamento, si è scontrato con una Bmw 1 guidata da un 23enne di Ponte di Piave, P.M., illeso ma sconvolto. L'impatto tra i due mezzi è stato violento. Sbalzato di sella, il 56enne ha fatto un volo di alcuni metri piombando sull'asfalto e morendo praticamente sul colpo. Vano l'intervento del personale del 118. Sul posto anche gli agenti della Polizia locale che hanno avviato le indagini per ricostruire l'esatta dinamica dell'incidente. Sembra che l'albergatore veneziano stesse percorrendo via Equilio in direzione della rotonda Picchi, quando a poca distanza dall'autostazione, in corrispondenza di una laterale, è avvenuto l'impatto con l'auto. Il giovane che si trovava alla guida è già stato ascoltato dagli agenti e come da prassi verrà indagato per omicidio colposo; in base agli accertamenti relativi all'assunzione di alcol o droghe verrà stabilito se ci saranno i presupposti per un'accusa di omicidio stradale. 

Incidente mortale a Jesolo, messaggi da tutta Europa per la scomparsa di Roberto

La tragica notizia ha fatto in pochi muniti il giro della città, suscitando ovunque grande sgomento. Gestore dell'hotel e del ristorante Trento di via Silvio Trentin, Roberto, poco prima dell'incidente, aveva salutato dei conoscenti in piazza Drago per poi tornare nel suo hotel dove, come ogni giovedì, doveva trovarsi con amici per pranzare assieme, un appuntamento classico, anche in piena stagione, che ieri si è trasformato in lutto. Non vendendolo arrivare, gli amici hanno iniziato a chiamarlo. Poi hanno saputo.

DOLORE IMMENSO
A quel punto tutti si sono precipitati sul luogo del sinistro. Con loro la Margit, compagna di una vita con la quale la vittima gestiva hotel e ristorante, con la collaborazione dei tre figli Alessandro, Alessia e Alice. Straziante la scena successiva: la donna, distrutta dal dolore, sorretta dai figli e dai parenti, era incapace di lasciare il corpo del marito disteso sull'asfalto. Poi la salma è stata trasferita nell'obitorio cittadino. «Lui non tornerà più», ripeteva la donna. Attorno a lei anche i dipendenti, corsi al suo fianco. Senza parole il fratello Rudi, anche lui sul posto, distrutto. Ma la sofferenza ha travolto tutta la città che, dopo l'estate nera dello scorso anno, si è trovata nuovamente a piangere un proprio concittadino scomparso troppo presto. 
 

Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 15:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci