Jesolo. Le discoteche in ginocchio: «Chiusi ormai da nove mesi»

Mercoledì 25 Novembre 2020
Jesolo. Le discoteche in ginocchio: «Chiusi ormai da nove mesi» (Foto di ktphotography da Pixabay)

JESOLO - «Il nostro settore è in ginocchio, ci sono aziende che non riapriranno più». Crisi senza fine per il mondo delle discoteche, chiuse ormai dallo scorso 23 febbraio a causa dell'epidemia di Covid-19, tranne la parentesi estiva ma solo per i locali della costa. 
Le parole sono quelle di Franco Polato, presidente provinciale del Silb-Confcommercio, il Sindacato dei locali da ballo, che non nasconde la preoccupazione dell'intera categoria.

Persi completamente gli ultimi mesi, il futuro rimane sempre ricco di incognite e preoccupazioni. Del resto, salvo clamorose sorprese, il mondo della movida rimarrà in silenzio anche durante le feste di Natale e per la notte di Capodanno, tanto più che In casa non si potranno organizzare riunioni allargate o grandi feste. Bandite anche le feste in piazza all'aperto.


LE CRITICITA'

Figurarsi, quindi, se le sale da ballo e le discoteche potranno aprire. 
«La situazione è critica ammette Polato la stragrande maggioranza dei nostri locali è chiusa dallo scorso 23 febbraio. Si salvano solo le attività della costa che hanno avuto una parentesi di apertura durante l'estate, ma si tratta di una minoranza. La maggior parte dei locali è chiusa da nove mesi, siamo di fronte a una crisi senza precedenti. Ad oggi non c'è alcun spiraglio di apertura: abbiamo saltato metà della scorsa stagione, quella attuale non esiste e non c'è nessuna possibilità di aprire a Natale, solitamente uno dei migliori periodi dell'anno assieme a Ferragosto e agli eventi organizzati ad Halloween. 


Se tutto andrà per il meglio e se il vaccino funzionerà, forse sarà possibile riaprire e tornare a una parvenza di normalità per ottobre del prossimo anno. Tutto ciò significa perdite enormi per l'intera categoria e l'indotto collegato». Per questo il presidente provinciale del Silb ha lanciato un nuovo appello al Governo, Regioni e comuni affinché vengano garantite forme di sostegno alle attività del divertimento. 


«In questa situazione prosegue Polato ci sono locali che non apriranno più, ci troviamo di fronte a una condizione insostenibile. Ci sono attività che per sopravvivere stanno usando le proprie riserve economiche, altre che sono costrette a indebitarsi, ad aprire nuovi finanziamenti che spesso si vanno ad aggiungere ad altri già esistenti. Il problema maggiore è quello degli affitti, che i genere per i locali hanno costi molto elevati. Recentemente ci sono stati dei ristori, ma non bastano: il settore è in ginocchio, servono aiuti sostanziosi». 


LE RICHIESTE

E in questo senso la richiesta è quella di poter beneficiare dei fondi legati al Recovery Fund: «L'unico modo dice sempre il presidente del Silb per permettere ai locali di superare questo momento è quello di prevedere degli aiuti reali. L'accesso al credito deve essere agevole e a tassi davvero calmierati. Ci stiamo confrontando con la Regione per individuare delle forme di sostegno, ma continuiamo ad appellarci anche al Governo». E il concetto ribadito è chiaro: senza aiuti in pochi riusciranno a salvarsi. «Rischiamo di perdere diverse aziende conclude Palato non tutti hanno la forza di superare questo momento. Avere dei locali chiusi per sempre vuol dire perdere occupazione, spesso tra i più giovani. Ma anche perdere patrimonio imprenditoriale e creare dei danni all'indotto con ricadute a tutto il territorio collegato. C'è poi la perdita culturale e quella legata all'offerta turistica, sia nella costa che nelle grandi città, che rischia di rimanere priva di una sua componente fondamentale. Per questo ribadiamo la necessità di essere aiutati». 
Giuseppe Babbo 
 

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