Belmondo, Leone alla carriera
con standing ovation

Giovedì 8 Settembre 2016
Jean Paul Belmondo si commuove durante la premiazione (qui con Sophie Marceau)
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VENEZIA - Invecchiare non è facile, se sei stato un personaggio famoso anche per la bellezza è ancora più difficile, se sei stato una leggenda e un sex symbol, uomo o donna non importa, può essere davvero un problema. Ne sa qualcosa Alain Delon per citare un divo che soffre (anche) per questo. Così, vedere Jean Paul Belmondo, 83 anni che cammina a fatica, si muove con il bastone o su una sedia a rotelle, e le persone intorno lo aiutano a piegare le gambe per alzarsi, assistere insomma alla sua decadenza fisica (un'ischemia lo colpì nel 2001), stringe il cuore. Quel sorriso che faceva impazzire le donne della sua generazione, l'umorismo nelle risposte sembrano riportare indietro nel tempo. Ma la domanda delle domande, che vale per lui, per Delon, per la Loren, la Bardot, Trintignant, Jeanne Moreau e chissà quanti altri, ossia "pensa mai al passato?", trova tante diverse risposte. «Jamais, mai, guardo sempre davanti davanti» è quella di Belmondo, una carriera di film indimenticabili come Fino all'ultimo respiro di Godard e Borsalino per citare solo due titoli e un numero incredibile di copertine, camicetta aperta, sigaretta sulle labbra, l'audacia nello sguardo.
 

 

Con una lunga standing ovation lo accoglie la stampa e tutta la Sala Grande del Palazzo del Cinema è in piedi per lui alla consegna del Leone d'oro alla carriera introdotto con affetto da Sophie Marceau. Sorride felice ma resiste alla commozione facile Bebel. Rimpianti nella sua vita? «Nessuno, ho fatto tutto quello che volevo fare e oggi amo le cose che ho la vita, il sole e il mare». Venezia gli ricorda tante cose così come l'Italia, l'incontro con De Sica «mi propose La Ciociara con Sophia Loren», dice e la voce modula la parola Loren sottintendendo fuochi d'artificio, «e poi Gina Lollobrigida e ancora Claudia Cardinale»: pronuncia quei nomi e si illumina mentre la folla nota e applaude. «Da giovane - dice - venivo a Venezia per lavorare, per necessità ora invece che bello questo omaggio, ne sono onorato. I ricordi sono tanti ma uno è prevalente: una volta sorvolai Venezia appeso ad un elicottero».

Nel breve incontro con la stampa, Belmondo ha ricordato Godard: «aveva fatto teatro per nove anni quando è arrivato lui a propormi il cinema, era Fino all'ultimo respiro, è stato l'inizio della mia carriera».
Tanti registi tanti film diversi, un unico grande carisma: «mi sono sempre divertito ogni film che facevo, mi piaceva cambiare genere, romantico, poliziesco. Del resto la vita è così, un giorno si piange, l'altro si ride». E Alain Delon lo sente? «Ci vediamo sempre, siamo amici da sempre», risponde smentendo quelle rivalità che negli anni '60 e '70 erano gossip quotidiano».

Ultimo aggiornamento: 18:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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