Jacopo Monticelli, Veneziano dell'anno il medico 34enne che ebbe l'intuizione di fare i primi tamponi

Lunedì 17 Gennaio 2022 di Maria Teresa Secondi
Jacopo Monticelli Veneziano dell'anno
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VENEZIA - L'intuizione di quel 20 febbraio 2020 diede il via a tutto:quel giorni il dottor Jacopo Monticelli, 34enne mestrino, per la prima volta chiese alla Direzione sanitaria padovana di effettuare un test per la ricerca del Coronavirus a un paziente ricoverato nell'ospedale distrettuale di Schiavonìa per polmonite. «C'erano due polmoniti che non mi spiegavo così ho deciso di fare quei due tamponi, ma non pensavo venissero confermati», ha confessato ieri Monticelli, ricevendo nelle Sale Apollinee della Fenice il Premio Veneziano dell'Anno dell'associazione Settemari, presieduta da Luisa Vianello.

INFETTIVOLOGO

«Sono orgoglioso di essere medico infettivologo, e desidero sempre dare un nome corretto alle cose, perché i germi sono come i demoni di una storia medievale, e se ne conosci i nomi sai come trattarli», ha detto.

La cerimonia alla Fenice, con l'accoglienza del sovrintendente Fortunato Ortombina, si è svolta alla presenza di autorità civili e militari, tra cui la presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano, in sostituzione del sindaco, e alcuni veneziani premiati negli anni scorsi, tra i quali un ragazzo di 90 anni Palmiro Fongher. Un'intuizione preziosa quella di Monticelli - che l'ha definita con umiltà «un po' caotica - che la sera del 20 febbraio 2020 ha chiesto di fare i due tamponi e con «la Regione e il Servizio sanitario dell'Ulss he hanno saputo affrontare la situazione prontamente». Il giovane medico si è detto contento che il riconoscimento sia rivolto a tutti «i colleghi per il lavoro di squadra a partire fin dalle prime ore» e ha ricordato, tra gli altri due nomi, Marta Zatta e Ivo Crosato. La 42. edizione del premio ha avuto luogo con un anno di ritardo a causa delle restrizioni dovute alla pandemia ha spiegato Pier Luigi Borella che ha anche letto il messaggio di augurio e di apprezzamento di Luca Zaia ricordando che l'anno precedente erano stati premiati i giovani definiti Angeli dell'Acqua Alta, rappresentati in questa occasione, da Sebastiano Cognolato (associazione Venice Calls). Tra questi giovani, Alice Andreanelli che recentemente è stata insignita dal Presidente Mattarella dell'onorificenza di Alfiere della Repubblica. Sono stati loro a consegnare il premio a Monticelli. Di appuntamento importante per la città ha parlato Damiano che ha definito il medico mestrino«simbolo di speranza e di luce. Venezia e l'Amministrazione Comunale si uniscono ai ringraziamenti per l'impegno e il lavoro degli operatori della sanità». Ha tenuto la prolusione Elena Marcon (Ospedale di Schiavonia) che ha raccontato come si sono svolte le cose dall'intuizione del giovane medico. Dal primo momento, capita la gravità, tutti hanno lavorato senza sosta con vero spirito di abnegazione, comprese le forze dell'ordine che hanno organizzato il cordone sanitario, e la popolazione che portava il cibo. «Tante le incertezze, tante le domande e Jacopo è stata una figura fondamentale, una voce sicura, il cellulare sempre acceso».


«FORMIDABILE INTUIZIONE»

Roberto Luzzati, veneziano, primario malattie infettive dell'Ospedale di Trieste, ha parlato della formidabile intuizione di Monticelli, per cui è stato possibile contenere il fenomeno. «E' un piacere averlo nel nostro gruppo», ha sottolineato ricordandone le capacità, gli studi, i contributi alla ricerca. Questa la motivazione del Premio: Jacopo Monticelli. Veneziano dell'anno 2020. Per aver intuito per primo la diffusione in Europa dell'infezione da Covid, intendendo il riconoscimento esteso agli operatori della sanità tutti prodigatisi in prima linea, spesso fino al martirio, per il soccorso ai malati e il contenimento dell'epidemia
 

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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