Irpef, per ottenere un rimborso di 58 euro ha dovuto aspettare 16 anni

Venerdì 24 Luglio 2020 di Alvise Sperandio
Irpef, per ottenere un rimborso di 58 euro ha dovuto aspettare 16 anni
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MESTRE Sedici anni dopo gli arriva dall'Agenzia delle Entrate un rimborso da 58,14 euro, che adesso devolverà in beneficenza. «Di sicuro sarà costata di più la burocrazia per portare avanti la pratica», racconta Gabriele Bevilacqua, di professione spedizioniere internazionale e doganalista, che sulla buca delle lettere della sua abitazione di Carpenedo, non distante dai suoi uffici, nei giorni scorsi si è imbattuto in una sorpresa: una raccomandata con ricevuta di ritorno «altri soldi spesi dal pubblico», chiosa che lo avvisa di avere diritto alla somma per un errore nella dichiarazione dei redditi dell'ormai molto lontano 2004. «Immagino il lavoro della grande macchina d'apparato che si è messa in moto per andare a controllare, riscontrare l'errore, liquidare il rimborso, inviare la lettera. Il tutto a distanza di tutto questo tempo e per fortuna senza la rivalutazione con gli interessi«, sottolinea.

Si potrebbe affermare che almeno lo Stato ha riconosciuto di aver incassato più di quanto aveva diritto a titolo d'imposta sul reddito di Bevilacquae, ma che la correzione dell'errore avvenga a più di tre lustri di distanza è quanto meno sorprendente. «Sappiamo bene che quando lo Stato deve incassare è di sicuro più solerte riprende il professionista In questo caso parliamo di 58,14 euro, ma chi dovesse aspettare una cifra più consistente, a qualsiasi titolo, è possibile che debba attendere per anni e anni»? L'assegno, del tutto inaspettato, verrà incassato e devoluto per fare del bene. Ma a Bevilacqua sta a cuore allargare il ragionamento. «Questa è l'ennesima riprova di come questo Paese sia soffocato da lungaggini nelle procedure e da normative talmente ingrovigliate che mettono a dura prova i nervi dei cittadini sostiene Anche per il mio lavoro ogni giorno ho a che fare con una burocrazia pazzesca, che talvolta non lascia via di scampo, con la naturale conseguenza di spese enormi a carico della collettività. Lo Stato parla tanto di semplificazione, dematerializzazione, facilitazioni per i cittadini. Poi, però, alla prova dei fatti, ci troviamo a che fare con situazioni di questo genere. Le stesse leggi in vigore spesso si sovrappongono e si contraddicono tra loro, sicché diventa difficilissimo districarvisi e capire cosa si deve fare».

Secondo il professionista sarebbe necessaria una riforma radicale dell'apparato amministrativo e la vicenda del sup rimborso da neanche 60 euro a 16 anni di distanza diventa in questo senso emblematica. «Per carità, l'Agenzia delle Entrate ha riconosciuto quello che era giusto riconoscere al sottoscritto, ma quello che desidero osservare è che questi tempi non sono accettabili. E se uno non facesse a tempo a vederlo, quel rimborso a cui ha diritto? Ci vorrebbe conclude la stessa rapidità che viene richiesta quando spetta a noi cittadini pagare. Qui mi inviano una raccomandata con l'assegno, ma mi chiedo se abbia senso la gestione della pratica sarà costata di più. Quando ho aperto la lettera, mi è scappato un sorriso. E ho pensato chissà quante altre situazioni analoghe alla mia avvengono, ogni giorno, in questo Paese».
Ultimo aggiornamento: 12:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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