Venezia, riapre l'Interporto: ecco il piano di rilancio da 20 milioni

Domenica 24 Ottobre 2021 di Filomena Spolaor
Interporto di Marghera

MARGHERA - Rendere lo scalo di Marghera un polo logistico di eccellenza del Nordest e un punto di riferimento per l'intera area economica del Triveneto e non solo. Sono le prospettive di sviluppo del sistema portuale di Interporto Rivers Venezia, che ieri ha presentato il piano di sviluppo industriale al terminal Intermodale di Marghera.

Salvato lo scorso anno dal fallimento con un investimento di 20 milioni di euro attraverso Rivers Docks, società del Gruppo Orlean Invest Holding, che fa capo a Gabriele Volpi, imprenditore che ha sviluppato competenze e soluzioni nell'ambito della logistica portuale. 


GLI OBIETTIVI

Grazie alle sue caratteristiche geografiche e di interconnessione alle arterie ferroviarie e stradali, l'area portuale è un naturale sbocco delle principali direttrici nord-sud, est-ovest per Europa, Mediterraneo, Middle East e Africa. Interporto Rivers Venezia ha l'obiettivo di diventare un terminal multiuso di riferimento sul modello internazionale, offrendo una gestione integrata dell'intera catena logistica, sul modello di quello consolidato da oltre quarant'anni in Africa. La logistica sarà uno degli asset fondamentali di sviluppo, per il quale risulterà fondamentale l'individuazione e la formazione di nuove professionalità tecnologiche e informatiche. 


LA PROPRIETÀ

«Obiettivo ha detto nel corso di un dibattito l'imprenditore Bruno Savio, presidente di Interporto di Venezia - è andare oltre i normali processi produttivi portuali: sarà fondamentale lo sviluppo di professionalità inedite, facendo di Interporto Rivers un hub di ricerca e sviluppo in ambito Risorse Umane, con la creazione di posti di lavoro in un contesto di eco-sostenibilità». Il rilancio dell'area di stoccaggio merci prevede un miglioramento di informatizzazione dei servizi, ma con un impatto sull'occupazione, dove attualmente lavorano una quarantina di persone. «Tutto questo avverrà con una rigorosa attenzione ai temi della sostenibilità ambientale - ha spiegato Savio - attraverso la riqualificazione di aree portuali ormai da tempo dismesse, il progressivo aumento della percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili e la progressiva automazione».
Al dibattito ha partecipato anche l'assessore allo Sviluppo economico Simone Venturini. «Questo terminal - ha detto Venturini - vede finalmente l'arrivo di operatori qualificati. La nostra area portuale è anche l'area industriale del territorio e l'industria rappresenta un pilastro della nostra economia. La conformazione di quest'area permette di poter guardare a Porto Marghera non solo come polo logistico, ma come sito di trasformazione di prodotti e merci che qui arrivano, affermando il valore di lavoro e impresa». Sul rilancio di cultura imprenditoriale del terminal intermodale di Marghera, si sono soffermati anche gli interventi di Fulvio Lino Di Blasio, presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale, Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Venezia Rovigo, l'ammiraglio Piero Pellizzari, Donata Costa, procuratore europeo. 

 

Ultimo aggiornamento: 11:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci