MESTRE - A prendere fuoco dopo il tragico impatto con il platano potrebbe essere stata la batteria della Fiat 500 ibrida su cui viaggiava il sottotenente Francesco Longo. E a quel punto, coinvolta la parte elettrica del motore ibrido, le fiamme sarebbero diventate così indomabili da rendere vano ogni tentativo di salvataggio. Lo dicono i primi rilievi dei vigili del fuoco su ciò che resta dell’auto del finanziere morto domenica sera - 27 marzo - sulla Triestina.
PUNTO MALEDETTO
Lo schianto è avvenuto nel solito punto nevralgico della Triestina tra Portogruaro e San Stino di Livenza. È qui che l’altra sera la Fiat 500 di Francesco Longo, finanziere di 35 anni di Ronchi dei Legionari, è sbandata finendo contro uno dei platani che costeggiano la Statale 14. Un botto impressionante in cui la piccola autovettura si è accartocciata, prendendo fuoco. Per cristallizzare l’identità dell’autista, i carabinieri di Portogruaro, su disposizione della Procura di Pordenone che è competente per la zona, hanno avviato le verifiche attraverso un accertamento sulla dentatura del cadavere. Le testimonianze non lasciano comunque dubbi su chi fosse alla guida.
L’automobilista stava percorrendo la Triestina nel tratto tra Mazzolada e Lison di Portogruaro.
«Siamo arrivati immediatamente per prestare soccorso - hanno riferito due automobilisti di passaggio -. Il giovane a bordo era rimasto incastrato nell’abitacolo. Non siamo riusciti a estrarlo perché le fiamme che avevano già attecchito sono subito divampate nell’intera auto». Da qui la chiamata al 112 che ha inviato i vigili del fuoco di Portogruaro, i sanitari del 118 e i carabinieri del Radiomobile. Spento l’incendio, la salma è stata trasferita in obitorio a disposizione della magistratura.
TRAFFICO BLOCCATO
La Statale è stata riaperta solo a notte inoltrata, con il traffico tornato a defluire regolarmente dopo la deviazione a Loncon di Annone e a Mazzolada. Un tratto della Triestina tristemente conosciuto per i tanti incidenti stradali. A poche centinaia di metri dall’incidente dell’altra sera, il 15 febbraio del 2018 persero la vita i coniugi Sante Dazzan, 71 anni e Luisa Vianello, 67 , di Concordia a seguito di un frontale tra la loro Fiat 600 e la Mercedes di un uomo della zona.
Dopo la tragedia anche i politici locali si sono mossi per rendere più sicuro il tratto della Ss14. Dopo sopralluoghi e verifiche, anche con il personale dell’Anas, è stato deciso di costruire una rotonda in prossimità dell’incrocio. A distanza di anni però nulla è stato ancora fatto.