Penelope nasce prematura per "salvare" la mamma grave con il Covid in terapia intensiva

Venerdì 23 Aprile 2021 di Redazione Web
Mamma Camilla, la piccola Penelope e papà Piero
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VENEZIA - Il cesareo d'urgenza: poi di corsa la rianimazione per la madre malata di Covid e la terapia intensiva neonatale per la figlia: cinque ausili respiratori, sei specialità mediche, decine di sanitari e quattro reparti dell'ospedale di Mestre dell'Angelo hanno salvato la vita a Penelope e soprattutto a mamma Camilla.

La piccola infatti nasce il 25 marzo, negativa al Covid, un mese in anticipo per tentare di salvare la madre da una polmonite interstiziale severa provocata dal virus. Prigioniero in casa, papà Piero è positivo. Dorme in divano, «perché il letto di casa, senza Camilla e Penelope, non lo voglio toccare».

Camilla Gnata e Piero Zane sono due trentenni dell'isola veneziana di Murano. A settembre scoprono di aspettare un figlio. Il loro incubo inizia con la positività della neo mamma. Il 14 marzo Camilla si sveglia con tosse secca, alterazione e respiro affannoso. Dopo il tampone si scopre che è positiva e contagia Piero. Il terzo giorno la febbre sale e Camilla non riesce ad alzarsi dal letto. Il 25 marzo Camilla è già in un letto del maxi reparto Covid dell'ospedale mestrino dell'Angelo con una diagnosi di polmonite grave da Coronavirus quando, tossendo, dice di «sentire per la prima volta dolori forti al ventre». Pneumologi, internisti, ginecologi e pediatri si consultano: la polmonite si è aggravata.

Mamma Camilla, per salvarsi, deve entrare in terapia intensiva. Ma prima bisogna far nascere Penelope. «Ricordo i medici che mi spiegano del cesareo, poi il buio, poi gli occhi della mia Penelope in braccio a un medico - racconta la donna - mentre me la mostra dall'angolino più remoto della sala parto, per cinque interminabili secondi, a distanza di sicurezza». In una sola settimana, forte di sapersi neomamma, Camilla arriva alle dimissioni. Torna a casa a Murano, ancora positiva, ancora in isolamento. Ma non può vedere la figlia Penelope, che ha una settimana di vita. È ancora affidata alle cure della patologia neonatale, ha un ausilio per respirare e un sondino nasogastrico per nutrirsi. 

«La bimba fa dei miglioramenti, ma la vicinanza della madre può essere determinante nel percorso di cura - spiega il primario dei reparti di pediatria e di patologia neonatale Paola Cavicchioli- .In accordo con mamma Camilla, decidiamo allora di farla tornare all'ospedale, ricoverandola in una stanza di pediatria assieme alla figlia Penelope, in isolamento, affinché possano finalmente stare insieme». Venerdì 9 aprile nella stanza delle api di pediatria Camilla stringe Penelope per la prima volta e piange per un giorno intero. «Penelope si attacca al mio seno e non smetto di piangere quando vedo che per la prima volta si alimenta da sola - racconta -, non smetto di piangere quando vedo che il mio sforzo per continuare a stimolare la produzione del latte materno è ripagato». Sette giorni dopo le dimissioni. Camilla è completamente guarita. Penelope è sana e normopeso. Penelope, Camilla e Piero adesso sono nella loro casa a Murano. «Non c'è lieto fine che possa fare più felice un ospedale e un'azienda sanitaria - dice il direttore generale dell'Ulss 3 Serenissima Edgardo Contato -. Lavoriamo tutto il giorno e tutti i giorni per impedire al Covid di diffondersi, vaccinando e prevenendo il contagio». 

Il governatore 

“La piccola Penelope e mamma Camilla costituiscono il simbolo di una ennesima dimostrazione della bravura dei nostri sanitari, ma lanciano anche un forte segnale di fiducia e di speranza: sono due vite strappate al Covid in una lotta senza quartiere che non conosce pause. Bravi i medici dell’ospedale di Mestre, con l’augurio che mamma Camilla e papà Piero possano abbracciare presto la loro creatura”. Con queste parole, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, commenta la bella vicenda di vita accaduta all’ospedale dell’Angelo, dove i sanitari sono riusciti, con l’impegno di pneumologi, internisti, ginecologi e pediatri, a far nascere una bimba da una mamma gravemente ammalata di Covid, grazie a un cesareo effettuato un attimo prima che la gestante venisse ricoverata in terapia intensiva. “Ha vinto la vita, hanno vinto una mamma e una bimba, ha vinto la capacità dei medici, assistiti dalle tecnologie migliori e sostenuti dal coraggio di non arrendersi mai – aggiunge Zia. E’ motivo di orgoglio – conclude – che ciò sia accaduto in un ospedale veneto, è motivo di fiducia e speranza per tutta la gente che sta vivendo uno dei momenti più difficili della nostra storia”

Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 18:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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