Salvati dalle cinture di sicurezza. «Botto tremendo ​ma pensavo che Sara ce l'avesse fatta» Foto Video

Mercoledì 15 Gennaio 2020 di Filippo De Gaspari
Salvati dalle cinture di sicurezza. «Botto tremendo, siamo rimbalzati indietro ma pensavo che Sara ce l'avesse fatta»
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Incidente a Venezia. Sara Michieli, una ragazza di soli 25 anni è morta in un incidente d'auto in via Caltana, una strada maledetta a Santa Maria di Sala. Sara (FOTO) era alla guida dietro l'auto del fidanzato, Nicola Scarpa, che ha visto la scena in diretta ed è stato il primo a soccorrere la giovane di Mestre. La sua auto si è scontrata con quella sulla quale viaggiavano tre ragazzi: salvati dalle cinture di sicurezza e dagli airbag. 

S.MARIA DI SALA - «Cinture di sicurezza e airbag ci hanno fatto uscire dall'auto con le nostre gambe. Pensavo che anche l'altro conducente avesse riportato le stesse nostre lievi conseguenze. Poi però ho visto quella ragazza esanime sul sedile e ho capito che non ce l'aveva fatta». Parla G.P., il 27enne di Mirano che era alla guida della Alfa MiTo contro la quale, domenica sera in via Caltana, si è spezzata la giovane vita di Sara Michieli, 25 anni di Mestre, che a quello schianto terribile non è riuscita a sopravvivere. Il giovane miranese è stato subito dimesso dall'ospedale dove è stato portato solo per accertamenti. Con lui sono già usciti anche i due amici che erano in macchina con lui, tutti residenti nelle frazioni di Mirano. Hanno riportato solo contusioni, guaribili in pochi giorni.

IL TRAGICO RACCONTO DEL FIDANZATO «Ho aperto la portiera dell'auto e l'ho vista lì, era raggomitolata sotto il volante»

«E' stato un botto tremendo - racconta G.P. - siamo rimbalzati indietro, finendo nel fosso. Ci siamo subito parlati e ho capito che stavamo tutti bene, poi siamo usciti dalla portiera del lato guidatore, l'unica che si apriva. Ci siamo aiutati e abbiamo risalito la riva. Il tempo di capire che eravamo interi, io ho assistito un attimo i miei amici che erano un po' meno lucidi di me, poi, visto che stavano bene, mi sono precipitato sull'altra vettura. C'erano già tre persone che tentavano di rianimare la ragazza».
 

Sara Michieli, le foto della ragazza morta nell'incidente

 

I SOCCORRITORI
Su quel sedile c'era Sara, probabilmente già morta e uno dei suoi soccorritori era Nicola Scarpa, il fidanzato, che la precedeva su un'altra auto e che è corso a soccorrerla per primo nel tentativo di strapparla alla fine (ECCO IL SUO RACCONTO). «In due si davano il cambio per rianimarla - prosegue il racconto del 27enne miranese - ho chiesto se serviva una mano, poi mi sono messo al telefono per aiutare una ragazza a dare indicazioni al 118. Ho capito subito che per lei non c'era nulla da fare: dopo quel botto terribile sono uscito praticamente indenne dalla mia auto e pensavo di trovarmi l'altro conducente nelle stesse condizioni, miracolato come noi. Ma quando l'ho vista sul sedile, che non dava risposte ai suoi soccorritori, ho capito che era andata molto peggio».

Sorpasso azzardato? Cosa ha causato l'incidente
Sulla dinamica G.P. conferma l'ipotesi del sorpasso azzardato: «Viaggiavo a velocità normale, quando ho visto un'auto dal senso opposto (quella di Nicola, ndr) fare il sorpasso. Ho alzato leggermente il piede dall'acceleratore per lasciargli il tempo e lo spazio di rientrare. Non potevo certo aspettarmi che poi ne sarebbe sbucata un'altra: era assurdo, non c'era lo spazio. Me la sono trovata davanti e ho avuto solo il tempo di toccare il freno, poi lo schianto e ci siamo ritrovati nel fosso. Non so cosa possa esserle successo, forse si è distratta, ha avuto una svista».

IL RITRATTO Sara Michieli, chi era la ragazza di 25 anni morta nell'incidente a Santa Maria di Sala

L'APPELLO
Lo stesso giorno, poche ore prima, il giovane aveva assistito a un altro incidente, sempre a Caltana, tra un'auto e una moto.
Nessun ferito, solo danni. «Ho dato una mano anche in quel caso, perchè mi trovavo lì - prosegue - forse la sera, pur consapevole che ero stato coinvolto in qualcosa di più grave, pensavo di trovarmi di fronte a un esito altrettanto fortunato. Forse è banale, dopo aver assistito a un dramma simile, dire che al volante bisogna fare attenzione, ma il senso è proprio questo: abbiamo troppe distrazioni, possiamo trovare un manuale per fare qualsiasi cosa nella vita, purtroppo però a fare la differenza è la concentrazione in quello che facciamo. Mi piacciono le auto, non rinuncerò a guidare, ma dico a tutti: andate piano. Dobbiamo capire quando siamo soli in una strada deserta e quando attorno a noi ci sono altri: le variabili aumentano, la possibilità di fare e di farci male anche».

Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 21:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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