Incidente mortale. «C'è una frenata sull'asfalto e non è dell'auto di Alessio»

Martedì 3 Novembre 2020 di Giuseppe Babbo
«C'è una frenata sull'asfalto e non è dell'auto di Alessio»
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ERACLEA (VENEZIA) - «Continuiamo ad avere dei dubbi sul fatto che sia uscito di strada da solo, sul luogo dell'incidente abbiamo notato dei segni di frenata che non appartengono all'auto di Alessio». Senza pace. E con la voglia di ottenere chiarezza, per cancellare ogni dubbio. Loro sono i famigliari di Alessio Bragato, il 22enne di Ponte Crepaldo che ha perso la vita sabato notte a San Donà, lungo la Sp 56, dopo che la sua Citroen C3 ha invaso la corsia opposta finendo nel fossato che fiancheggia la via.

L'incidente è avvenuto attorno all'1, quando Alessio si era messo alla guida per rientrare a casa dopo aver trascorso la serata a casa di un'amica con alcuni coetanei. Ma durante la notte nessun automobilista si è accorto di quanto accaduto. Nemmeno i residenti. Alle 6 di domenica mattina a individuare l'auto, con il giovane ancora incastrato nell'abitacolo ormai agonizzante, è stato il padre Alfio, che non vendendolo rientrare nel cuore della notte si era messo a cercarlo. Prima chiamando alcuni amici per ricostruire la serata e poi seguendo la strada che da Ponte Crepaldo conduce a San Donà. Fino a quando ha fatto la tragica scoperta. Sabato notte in tutto il Sandonatese era calata una fitta nebbia e il fondo stradale era viscido per l'umidità. Una combinazione micidiale, che secondo i Carabinieri della locale Compagnia potrebbe essere tra la cause del sinistro. 

Alessio muore tra le braccia del padre: lo ha trovato agonizzante in auto

ERACLEA (VENEZIA) - È spirato tra le braccia del padre che lo ha trovato agonizzante al volante dell'auto rovesciata nel fossato sulla strada di casa. Una tragedia nella tragedia quella che si è consumata all'alba di ieri in località Mussetta a San Donà di Piave, nel veneziano.

I segni della frenata

Ma ai famigliari del ragazzo questa spiegazione non basta. Per questo ieri mattina sono tornati nel luogo dell'incidente, all'intersezione tra via Unità d'Italia e via Circogno notando dei segni sull'asfalto in corrispondenza del punto in cui la Citroen C3 è uscita di strada. Forse quelli di una frenata lasciati da un'auto diversa da quella di Alessio. Per questo i famigliari hanno informato i Carabinieri di quanto scoperto, chiedendo nuove verifiche anche se secondo gli accertamenti effettuati dagli stessi uomini dell'Arma quei segni sembrano più vecchi. «Chiediamo solo di eliminare ogni dubbio dice Michele, zio di Alessio mio nipote era sempre attento quando si metteva alla guida. Gli amici ci hanno detto che sabato sera non aveva bevuto, del resto quando usciva in compagnia chi avrebbe poi guidato non beveva. Era responsabile, sapeva quello che faceva. Non neghiamo la presenza della nebbia che era fitta e proprio per questo l'auto procedeva a velocità ridotta. Temiamo che possa essere stato urtato da qualcuno o che abbia sterzato all'improvviso per evitare qualche ostacolo. Abbiamo notato quei segni sull'asfalto e lo abbiamo segnalato».

 


Curva maledetta

Sullo sfondo rimane la questione della sicurezza in una strada teatro, anche recentemente, di gravi incidenti. «Se in quella curva continua lo zio ci fosse stato un guard-rail Alessio non sarebbe uscito. Quella curva è fiancheggiata da una scarpata che sarà profonda 4 metri: possibile che non sia stata installata una barriera? Mio nipote probabilmente vi sarebbe andato contro e forse si sarebbe salvato. Bastava una protezione in più e questa tragedia si sarebbe evitata. Purtroppo in Italia si continua a parlare di sicurezza e prevenzione, ma gli interventi vengono effettuati solo quando si verificano le tragedie». La data del funerale non è ancora stata fissata, prima bisognerà attendere il via libera dell'autorità giudiziaria, che potrebbe disporre accertamenti sulla salma. 

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