«Promessa del calcio e ragazzo molto intelligente», così lo sport piange Nicholas

Giovedì 3 Dicembre 2020 di Nicola De Rossi
Nicholas Povolato

MARTELLAGO - Anche il mondo del calcio è in lutto per la tragica e prematura scomparsa di Nicholas Povolato, che a pallone ci ha giocato da bambino, soprattutto nelle fila del Real Martellago, ed era anche un bomber di razza. La società gialloblu ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook per ricordarlo, ovunque tu sia sarai sempre nel mio cuore: tra i tanti messaggi di cordoglio anche quello del presidente del club, Claudio Franzoi. «Era un ottimo ragazzo e una nostra promessa: ci è dispiaciuto tanto quanto si è trasferito in un'altra società e speravamo sempre in un suo ritorno.

Siamo affranti» afferma il direttore generale del Real, Giorgio Luise. 


AMICO DI FAMIGLIA

Ma a piangere Nicholas è soprattutto il suo mister, Luigi Galliccioli, a cui il 17enne era attaccassimo, al punto da seguirlo ovunque, e che lo ha allenato praticamente sempre, anche in club diversi: a Martellago dai Pulcini alla categoria Allievi primo anno, fino alla stagione 2018-19, con due parentesi anche a Robegano e a Mestre. E nella scorsa stagione, 2019-20, erano entrambi a Favaro, anche se il tecnico guidava gli Juniores e il ragazzo giocava negli Allievi secondo anno. Galliccioli, che abita a Chirignago, è stato tra i primi ad essere avvisato della tragedia e pure lui è corso sul luogo dell'incidente e ha cercato di portare il suo conforto ai genitori, Luciano e Susanna Carraro, e alle tre sorelle maggiori della vittima, Mary, Samantha e Sheila. «Sono sconvolto, anche perché il nostro rapporto andava al di là del campo da calcio: ho un figlio della sua stessa età che a sua volta ha giocato a lungo assieme a lui, era di casa. Per la mamma e il papà, che conosco molto bene, e per le sue sorelle è un dramma: Nicholas era il piccolo della famiglia, l'unico maschietto che avevano tanto desiderato», racconta Galliccioli. «Grazie anche al suo fisico sviluppatosi precocemente e notevole per la sua età, che nelle categorie giovanili faceva la differenza, calcisticamente era forte, un attaccante di peso che si faceva sentire in area di rigore e che la buttava dentro: segnava tanti gol. Ma era soprattutto un ragazzo intelligente, spigliato, pieno di vita e buono d'animo: uno che faceva gruppo e spogliatoio, di compagnia». 
L'ANNO SABBATICODa settembre Nicholas aveva deciso di prendersi un anno sabbatico con il pallone, per dedicarsi di più allo studio - frequentava lo Zuccante a Mestre -, e anche alle sue amicizie. «Ma gli avevo consigliato di continuare a praticare sport - conclude l'allenatore - perché a quest'età è fondamentale, e nella speranza di ritrovarlo presto in campo». 

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