Incendio alla 3V Sigma, acqua "tossica" mentre l'aria è in miglioramento Video

Domenica 17 Maggio 2020 di Nicola Munaro
Moria di pesci in laguna dopo l'incendio

VENEZIA - Venerdì mattina erano state le foto di un’imponente colonna di fumo visibile da parecchi chilometri, tanto dal mare quanto dalla terraferma, a spaventare Marghera, Mestre e Venezia.

Incendio a Marghera: è strage di pesci in laguna Video

Ieri l’incubo è tornato a rimbalzare sui social sotto forma di un video della durata di 1 minuto e 15 secondi. Nelle immagini il canale Industriale Ovest, il più vicino all’area dove l’altra mattina si è sviluppato l’incendio di un serbatoio di mille metri cubi di meta-toluidina che ha mandato in frantumi la zona produttiva della 3V Sigma, ditta bergamasca con stabilimento a Porto Marghera e leader nella produzione di solventi chimici. Più delle parole che accompagnano il video, possono le immagini: vicino alla banchina si vedono decine e decine di pesci morti. A fine giornata il conto parlerà di migliaia di pesci, cioè diverse tonnellate, uccisi dallo sversamento di acque tossiche in laguna.



COM’È SUCCESSO
«Per diverse ore nel pomeriggio di ieri (venerdì, ndr) il serbatoio che aveva preso fuoco continuava a bruciare nonostante fosse stato controllato il rogo - ha spiegato il direttore di Arpav, Luca Marchesi - Parte di quelle acque sono finite nelle fognature, altre sono arrivate alla laguna, nel canale della Rana, attraverso un canale interno. Sono acque inquinate che hanno causato la morte di quintali di pesci. Fin dalla sera di venerdì abbiamo fatto intervenire una ditta specializzata che ha circoscritto le acque inquinate e le smaltirà nei prossimi giorni». Intanto però le immagini avevano fatto il giro dell’area metropolitana e, sbarcate sui social, erano riuscite a dare a tutti l’esatta dimensione di un disastro che solo per un gioco del caso non è stato peggiore.

ALLARME ORTAGGI
Non solo la moria di pesci, perché ancora ieri, a Malcontenta come a Sant’Erasmo, in tanti raccontavano di sentire nell’aria un odore acre, quello tipico degli anni in cui Porto Marghera era il petrolchimico più noto d’Italia.

La preoccupazione di mestrini e veneziani, quindi, si è riversata sui campi e sugli ortaggi, dal momento che l’Arpav stessa ha individuato come punti di caduta dei componenti della nube un’area vasta, che comprende anche la laguna. Per questo ieri sono iniziati gli esami di laboratorio sulle verdure a foglia larga raccolte venerdì a Marghera, Mestre e Sant’Erasmo. «Stiamo aspettando i risultati delle analisi sulle verdure - ha aggiunto il direttore dell’Arpav - ma fa bene il Comune a continuare con la cautela nei confronti dei suoi cittadini, avvertendoli di non raccogliere verdura dagli orti finché non ci sarà l’esito di tutti gli esami di laboratorio che stiamo portando avanti». Di questo ieri il direttore Arpav ha parlato in un vertice con lo stesso Comune, l’Ulss 3 Serenissima e la Prefettura per valutare il da farsi sull’emergenza ambientale sfiorata.

MIGLIORA L’ARIA
«È stato un incidente importante - ha continuato il direttore Marchesi - che i vigili del fuoco hanno gestito al meglio. Questo ha permesso di non avere ricadute a lungo per la salute dei veneziani. Lo dico senza paura, poteva andare molto molto peggio, c’è stata anche un po’ di fortuna». Tradotto, la pioggia che è caduta mentre la nube imperava su laguna e terraferma.
«Dai nostri secondi campionamenti ci risulta che la situazione dell’aria stia migliorando decisamente.
Ormai non ci sono più presenze di inquinanti, che poi erano gli stessi dei materiali bruciati: si tratta di solventi che si esauriscono a pieno durante la combustione e non rilasciano diossine, su cui avremo presto i risultati».

Ultimo aggiornamento: 08:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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