MESTRE - È arrivato a Cadarache in Francia, tra Marsiglia, Nizza e Avignone, il primo dei giganteschi magneti superconduttivi destinati al progetto Iter che dovranno creare un campo magnetico in grado di intrappolare e compattare il plasma alla temperatura di 150 milioni di gradi centigradi, per arrivare a produrre energia pulita grazie alla fusione nucleare: si tratta di 18 bobine toroidali (8 delle quali costruite in Giappone e 10 in Italia) per la soppressione dei disturbi elettromagnetici, che contengono il “superconduttore” detto winding pack e sono l’elemento più importante della macchina per la fusione nucleare che verrà montata a Cadarache, nell’ambito del progetto di ricerca Iter da 20 miliardi di euro, che sta per International Termonuclear Experimental Reactor, finanziato da Europa, Giappone, Stati Uniti, Russia, Cina e India.
MADE IN VENICE
Ebbene, queste super bobine sono in fase di realizzazione anche nel cuore dell’area industriale veneziana, dalla Simic, società italiana con sede a Camerana in provincia di Cuneo e un moderno stabilimento in via dell’Elettricità 21 a Porto Marghera: qui Simic ha effettuato le prove a freddo, inserito il magnete nella sua cassa d’acciaio, eseguito saldature, resinature, lavorazioni meccaniche finali e infine il trasporto. E la prima super bobina, come comunica l’Enea che con il consorzio Icas partecipa al progetto assieme a Asg Superconductors e Simic, è partita circa un mese fa dal porto di Marghera, a bordo di una nave nella quale la gigantesca bobina a forma di D (come mostra la foto), alta 17 metri e larga 9 è stata “imballata” con una struttura da 100 tonnellate.
Iter è una delle strade che, nel mondo, si stanno seguendo per arrivare a sostituire le fonti energetiche inquinanti (in questo caso grazie alla fusione nucleare, la reazione che permette alle stelle di brillare senza produrre inquinanti) e si affianca a Demo, Broader Approach e Sandia.
In Francia il maxi magnete realizzato a Marghera per la produzione di energia nucleare
Sabato 18 Aprile 2020 di Elisio TrevisanSimic lavora ai principali progetti di ricerca scientifica del mondo sin dalla fine degli anni Novanta quando si aggiudicò i primi contratti per l’acceleratore Lhc al Cern di Ginevra. Nonostante l’emergenza coronavirus e il blocco di aziende e frontiere, il cantiere Iter non si è mai fermato, anzi il personale è stato incrementato, come ha sottolineato Sergio Orlandi, l’ingegnere italiano che dirige la costruzione dell’impianto a Cadarache: «Alcune aziende hanno addirittura trasferito qui personale che in Italia non poteva lavorare con il vantaggio di accelerare i lavori».