VENEZIA - È stata confermata dalla Corte d'Appello di Venezia la sentenza che respinge il ricorso di un imam della comunità islamica di Vicenza contro il licenziamento da una cooperativa di facchinaggio perché si era rifiutato di toccare scatole contenenti bottiglie di alcolici, adducendo motivi religiosi, in quanto il Corano vieta di bere alcool. La vicenda oggetto della sentenza risale al maggio 2014. L'imam era socio della «Vicentina Leone Scarl» coop che svolge servizi di trasporto per supermercati, e si rifiutò di portare scatole con alcolici, presentandosi al lavoro in orario diverso rispetto al turno che doveva coprire per due giorni di seguito. A causa di ciò, la società avviò un procedimento disciplinare che culminò nel licenziamento. Nel ricorso al giudice del lavoro, i legali dell'imam sostennero che il provvedimento fosse di carattere discriminatorio, e che il rifiuto di trattare involucri contenenti alcolici era dettato dal suo ruolo religioso che gli imponeva di dare il buon esempio ai correligionari. Ma nel 2017 il tribunale di Vicenza respinse l'istanza, osservando che l'uomo lavorava da dieci anni e mai in precedenza aveva opposto rifiuti o distinzioni su merci, alcolici o carni considerate 'impurè dall'Islam. Altri lavoratori musulmani della cooperativa avevano svolto le stesse mansioni senza obiezioni.
Ultimo aggiornamento: 15:50
© RIPRODUZIONE RISERVATA In secondo grado, queste motivazioni sono state confermate.