Il Mose potrà alzarsi da fine giugno

Giovedì 23 Gennaio 2020
LA GRANDE OPERA
VENEZIA Il Mose, da fine giugno, metterà al sicuro Venezia dai disastri. Non dalle acque alte per così dire normali, ma da quelle più dannose. Per questo si sta valutando a che previsione di marea sollevare le enormi dighe, da giugno e fino a fine 2021, fase di avviamento dell'opera. L'ipotesi è di puntare su una previsione di marea attorno ai 140 centimetri sopra il medio marea, una quota che comporta l'allagamento del 59% per cento della città storica, con disagi notevoli per tutte le attività a pianterreno e per la vivibilità stessa di Venezia. Una soglia ben più alta dei 110 centimetri, previsti dai protocolli del sistema Mose a regime, ma che a Venezia sono ben tollerati, consentono l'utilizzo di passerelle nei punti strategici e comunque comportano l'allagamento solo del 12% della città. Altra cosa rispetto ai 140 o peggio, con disastri come quelli del 12 novembre scorso, con i suoi 187 centimetri, che il Mose a questo punto eviterebbe.
QUESTIONE DI SCADENZE
Si è parlato anche di questo, ieri, in Prefettura a Venezia, dove il prefetto Vittorio Zappalorto ha convocato la Cabina di regia sul Mose. Al centro dell'incontro quel cronoprogramma accelerato che dovrà consentire proprio la funzionalità dell'opera, in casi di acque alte particolari, anche prima della sua consegna a fine 2021, già tra sei mesi. Scadenza che era stata annunciata dal commissario straordinario del Mose, Elisabetta Spitz, un paio di settimane fa. E che ieri è stata confermata dagli amministratori del Consorzio Venezia Nuova. Il sistema potrà essere messo in funzione per fermare le acque alte sulla carta già da fine giugno, ma visto che l'estate non è stagione di acqua alta, la scadenza effettiva slitta all'autunno. Comunque un punto fermo che pare abbia soddisfatto i tanti partecipanti a questa Cabina di regia, pensata soprattutto per tenere informata la città sull'opera.
IN ATTESA DEL COMITATONE
«Un incontro veramente proficuo - ha commentato l'assessore regionale Roberto Marcato -. È un risultato importante sapere che per l'estate di quest'anno il Mose sarà operativo a fronte delle più urgenti necessità. A nome della Regione ho ribadito anche la richiesta di 150 milioni di euro, già fatta al Governo in sede di Comitatone, per rifinanziare la legge speciale. La salvaguardia della laguna e della città di Venezia, infatti, deve avere una visione complessiva e può passare solo attraverso investimenti su tutto il bacino scolante». Ma il Comitatone annunciato entro Natale, non è ancora stato convocato. E Marcato ha polemizzato: «Questa Cabina è davvero un tavolo operativo, non capita di trovarne tanti. Penso proprio al Comitatone. Qui decidiamo, lì siamo in attesa».
DA FANGHI A SEDIMENTI
Soddisfatto anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro: «Siamo riusciti a cambiare i termini rispetto all'iniziale impostazione, che prevedeva prima il completamento dell'opera e poi i tre anni di avviamento». Resta l'incognita dei finanziamenti necessari a questa fase, che già in passato hanno visto scontrarsi Provveditorato e Cvn. «Andranno rivisti i contratti tra lo Stato e il Cvn Nuova per normare i pagamenti» ha annotato il sindaco. Questione non semplicissima.
Brugnaro ha portato anche altri argomenti sul tavolo, a cominciare dal quel protocollo fanghi, che in attesa di una revisione, sta bloccando gli scavi in laguna, con ripercussioni sui lavori del Mose, ma soprattutto sull'operatività del Porto. «Ci hanno assicurato tempi brevi, pare che stavolta ci siamo». Il tavolo tecnico del Provveditorato ha licenziato l'ultima versione del testo ribattezzato protocollo sedimenti che è stato inviato all'Istituto superiore di sanità per il parere. Poi mancherà solo la firma dei ministri.
Roberta Brunetti
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Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 20:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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