Antica Drogheria Mascari a Rialto, un baluardo della qualità

Giovedì 10 Marzo 2022 di Federica Repetto
Iginio Mascari Antica Drogheria Mascari

VENEZIA - Iginio Mascari, con il fratello Gabriele, è il titolare dell'Antica Drogheria Mascari fondata, a Rialto, dal padre Luciano e dalla mamma Sonia. «L'attività racconta Iginio Mascari - nasce nel 1946 subito dopo la Guerra con un negozietto di 8 metri quadrati che vendeva castagnaccio e frutta fresca. Da qui poi, nel corso degli anni, con il benessere degli anni Sessanta, siamo riusciti a sviluppare il negozio in modo più consistente. Abbiamo 2.500 articoli. Si varia dalle spezie, molto richieste da noi, tè, marmellate, vini molto importanti e siamo rimasti un baluardo di quello che è la qualità veneziana». «Qui a Rialto – si sofferma – di negozi così ce ne erano a iosa, specializzati nei formaggi, nei salumi e nelle carni. Adesso il negozio è portato avanti da me e mio fratello. Papà non c'è più e la mamma troneggia ancora. Siamo fieri di quello che riusciamo a portare avanti, nonostante le difficoltà di questi tempi che sono note a tutti e sono sempre più difficili». Gli anni passano e le abitudini dei consumatori mutano. «Abbiamo perso – spiega - quella che per noi era la clientela popolare, fatta dalle mille vecchiette al giorno che acquistavano un etto di caramelle cadauna e, abbiamo acquistato cento stranieri, che però hanno comperato casa a Venezia e che sono residenti qui parecchi mesi all'anno. Di conseguenza abbiamo visto una trasformazione. Dalla signora di tutti i giorni che comprava il minimo indispensabile a signori che arrivano dall'Austria, dall'America e dal Giappone che riescono a fare anche delle spese più consistenti. Rimane di base che il nostro cliente non è sicuramente il turista di passaggio ma è ancora il veneziano. Grazie ai veneziani, dopo 75 anni, siamo ancora qui a Rialto». Venezia senza i veneziani non esiste. «Per Venezia – conclude - ci devono essere una serie di sogni meravigliosi, tutti quei sogni che fanno parte della realtà veneziana e che sono stati abbandonati, smembrati, schiacciati da quello che è purtroppo il progresso, l'esigenza di cambiamento. Quando una città perde il cittadino, una città perde l'anima. Una città come Venezia che aveva, negli anni Sessanta, 160mila abitanti si trova con 50mila dei quali il 60%-70% sono anziani con nessuna esigenza, neanche di combattere.

Questo è molto triste. Rimangono delle mura molto belle. Dei merletti molto belli. Un Canal Grande meraviglioso. Ma mancando il Veneziano manca l'anima della città».

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Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 09:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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