Si tuffano dal ponte della Libertà
Due polacchi finiscono all'ospedale

Mercoledì 27 Giugno 2018 di Davide Tamiello
La zona in cui i turisti polacchi si sono tuffati in laguna
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 VENEZIA - La cosa strana è che lunedì notte non faceva poi così caldo. Ma quando meteo e alcol (tanto alcol) vengono a confronto, madre natura fatica ad avere la meglio. E così, due polacchi sulla quarantina, completamente sbronzi, si sono lanciati in un (per loro) plastico tuffo in laguna dal ponte della Libertà che, però, nella realtà si è tradotto in una rovinosa caduta sui bassi fondali del Tronchetto. D’accordo, l’immagine è di fantozziana memoria e inevitabilmente si presta all’ironia. Ma se non fosse che ai due è andata decisamente di lusso (da lì, il salto è di circa 5 metri) ci sarebbe ben poco da ridere.
 I due polacchi, forse turisti, avevano passato la serata tra spritz e ombre tra calli e campielli. Poi, rientrando, avevano evidentemente deciso di lasciar perdere l’autobus e attraversare a piedi il ponte della Libertà. Intorno alle due di notte, poi, il colpo di genio. Arrivati alla curva per il Tronchetto, all’inizio della pista ciclabile, il richiamo delle acque della laguna. Via le magliette e in posizione di lancio. Peccato che non avessero fatto i conti con il fondale, decisamente basso in quel punto. Il tonfo è stato violento, i due si sono schiantati in pochi centimetri d’acqua. Il tuffo, peraltro, è avvenuto a due passi dalla questura di Santa Chiara: i primi ad arrivare sul posto, infatti, sono stati gli uomini delle volanti. 
A ruota, anche il Suem. I due, in palese stato di alterazione, hanno fatto penare non poco i medici. Aggressivi e molesti, hanno fatto di tutto per complicare il lavoro degli operatori. Resta il fatto che la botta l’avevano presa, e forte: portati in ospedale in codice giallo, il primo è finito in ortopedia, dove ha riportato traumi vari tra cui una frattura a una mano, l’altro è rimasto in osservazione in pronto soccorso per varie ferite al volto. I tuffatori improvvisati sono stati dimessi ieri mattina. Un bilancio decisamente positivo, considerate le premesse iniziali.
Un episodio che riapre una questione sempre aperta per la città: quella dei tuffi dai ponti. Un paio di mesi fa, l’allora prefetto Carlo Boffi, dopo le prestazioni dal ponte di Rialto di alcuni turisti indisciplinati aveva annunciato l’intenzione di potenziare le telecamere in città. Perché queste bravate non sempre si concludono con un lieto fine. Basti pensare al 13 agosto del 2016, quando un marinaio neozelandese, si schiantò contro un motoscafo volando dal ponte di Rialto. L’uomo morì in un ospedale francese dopo mesi di agonia. Per questo, Comune e prefettura, avevano pensato a un piano per ampliare il monitoraggio delle zone critiche. «Fermo restando - aveva sottolineato allora con estrema franchezza il prefetto Boffi - che non si può pensare di arginare completamente l’infinito mare della stupidità umana». Un infinito mare che, con il passare dei mesi, assomiglia sempre di più a un infinito oceano. 
 
Ultimo aggiornamento: 20:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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