Covid ammazza-turismo, la scelta del titolare dei Do Forni e dell'hotel Bonvecchiati

Domenica 2 Agosto 2020
Covid ammazza-turismo, la scelta del titolare dei Do Forni e dell'hotel Bonvecchiati
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VENEZIA La crisi del turismo in città morde e non allenta la presa. Ma Eligio Paties, titolare dei Do Forni e dell'hotel Bonvecchiati, aperto e funzionante, continua a dirsi ottimista, anche se le indicazioni non sono delle più rosee e le saracinesche abbassate continuano, in molti casi, a restare tali: «Non è che sono sconsolato, sono sempre stato un ottimista, ma vedo che ancora non c'è una vera e propria ripresa», dice. La speranza che il mercato locale riparta è riposta però nei prossimi mesi: «Adesso è un pianto generale, non solo da me, ma in tutti gli alberghi». 

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Quindi la spiegazione su come sta gestendo le attività. «Abbiamo aperto il Bonvecchiati per onor di firma - dice - per far vedere che la città è aperta, però ci rimettiamo una barca di soldi tutti i giorni perché il turismo purtroppo non c'è, e quel poco che c'è, paga poco. Ma di grazia, se no sarebbe anche peggio». Il quadro che l'imprenditore dipinge non è dei più rosei, la spensieratezza è un lontano ricordo e l'attenzione va a un post-Covid che tanto post non è: «Bisognerà capire se l'epidemia cesserà o meno - aggiunge - Ma secondo me continuerà. Mi rendo conto che non sia un bel messaggio, però basta osservare alla Russia, agli Stati Uniti e al resto del mondo per capire che tutti sono messi male. Noi siamo fortunati perché la nostra sanità funziona, ma altrove...». 

E così Paties se la prende con chi, soprattutto i giovani, non capisce la catastrofe economica e sanitaria a cui si rischia di andare incontro se non si rispettano le regole: «I medici dicono che il coronavirus non è finito, bisogna che la gente capisca che si deve portare la mascherina e rispettare le regole. I giovani devono capirlo. Io la indosso sempre, fuori e dentro al locale, anche per strada. Se tutti indossassero la mascherina sarebbe meglio per tutti». Forte della sua esperienza da ristoratore, l'imprenditore può fornire anche un'osservazione più ad ampio raggio: «Il lavoro non c'è, ci rimetti soldi non solo negli hotel, ma anche nei negozi in generale.

Vedo che le pizzerie forse lavorano un po' di più perché c'è un turismo locale, che viene da qui vicino e spende meno». Meglio va la situazione del suo ristorante: «Tutti sentono la crisi, anche ai Do Forni, ma sono particolarmente fortunato perché ho una clientela abbastanza locale, per fortuna. È stata una filosofia seguita sin dall'inizio e che stiamo mantenendo». 
Per vedere risorgere la città, Paties punta molto sul mercato extraeuropeo: «La ricetta per Venezia è semplice, prima di tutto bisogna attendere che aumenti il movimento negli aeroporti, perché per ora ci sono pochissimi voli. Oggi ci sono solo tedeschi, austriaci e qualche inglese. Per qualche giorno si è visto qualche spagnolo, ma oggi son spariti anche quelli. Speriamo che questo difficile e delicato momento finisca presto, se no il rischio è che si richiuda tutto di nuovo».

E in questo proposito, alla richiesta su quanto ossigeno ci sia nel Bonvecchiati, Paties replica: «Arriveremo alla fine dell'anno per poi valutare cosa accadrà il prossimo anno». Da ultimo, Paties conclude osservando il primo traguardo, che si spera porti a una boccata d'aria: «Va capito che a luglio e agosto a Venezia è media stagione, è sempre stato così, tant'è vero che c'è una riduzione dei prezzi e dei clienti. Però adesso è da vedere cosa succederà. La Mostra del cinema dovrebbe portare tra settembre e ottobre, che sono i mesi più belli per venire qui, un turismo qualificato che ci auspichiamo ritorni».
Tomaso Borzomì

Ultimo aggiornamento: 12:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA