Green Pass, avvio "morbido" in Veneto. Mancano indicazioni: «Confidiamo nel rinvio»

Giovedì 5 Agosto 2021 di Angela Pederiva
Green Pass, avvio "morbido" in Veneto
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Ormai ci siamo, recita il decreto varato ancora due settimane fa: «A far data dal 6 agosto 2021, è consentito in zona bianca esclusivamente ai soggetti muniti di una delle certificazioni verdi Covid-19...» l'accesso a bar e ristoranti (tranne che nel plateatico e al banco), cinema, teatri, musei, piscine, palestre, terme, sagre, fiere, eventi, concorsi. Ma alla vigilia dell'entrata in vigore, per il Green pass sembra profilarsi una partenza lenta in Veneto.

Gli esercenti contestano l'incombenza della verifica nei confronti dei clienti e le forze dell'ordine non hanno direttive sulle modalità con cui svolgere i controlli.

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Green Pass, quando serve?

È convocato per oggi il Consiglio dei ministri, chiamato ad affrontare il nodo del documento obbligatorio anche per la scuola e per i trasporti. Ma l'auspicio è che da Roma possano arrivare specificazioni anche sulla prima applicazione dello strumento a partire da domani. Dice ad esempio Andrea Gallo, comandante della polizia locale di Treviso: «Aspettiamo direttive dagli organi superiori, che al momento non sono pervenute, ma che potrebbero arrivare nelle prossime ore. Senza quelle è complicato pensare a un coordinamento tra le varie forze dell'ordine. Nell'attesa ci appelliamo al senso di responsabilità di tutti e contiamo sulla collaborazione sempre dimostrata dagli esercenti. Siamo in contatto con le associazioni di categoria e, anche se non abbiamo ancora stabilito una linea unitaria, siamo pronti a fare attività di informazione e sensibilizzazione». 

Nemmeno alla prefettura di Venezia, a cui solitamente con Vittorio Zappalorto spetta il raccordo dei vari uffici territoriali di governo in Veneto, sono giunte indicazioni dal Viminale, per quanto il ministro Luciana Lamorgese proprio in laguna venerdì scorso avesse annunciato un rafforzamento dei controlli («Ci sono sempre stati ma ora verranno implementati»). La questura di Belluno la questura fa sapere che, in ogni caso, l'avvio sarà morbido, in quanto l'approccio non vuole essere vessatorio.


Green Pass e multe

Veneto Imprese Unite, l'associazione che nei locali e sui social promuove la protesta «Siamo ristoratori, no controllori», conta sull'accoglimento dell'emendamento che punta ad attribuire solo ai clienti ogni responsabilità circa il possesso del Green pass. Ma si tratta di una delle ben 1.300 proposte di modifica presentate dai vari partiti e destinate peraltro alla futura conversione del decreto, che intanto sarà già vigente, prevedendo multe da 400 a 1.000 euro a carico sia dell'esercente che dell'avventore, nonché la possibile serrata del locale da 1 a 10 giorni nel caso di tre trasgressioni in tre giorni diversi. 

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Aspetti non risolti

Va all'attacco Christian Malinverni, presidente del gruppo ristoratori di Confartigianato Veneto: «Lo Stato non può abdicare a una funzione di controllo, che gli è propria, agli imprenditori, prevedendo, oltre a sanzioni pecuniarie, addirittura la chiusura dell'esercizio: ricordiamoci che le nostre imprese sono già state a lungo costrette alla chiusura. Ci sono poi aspetti pratici che non sempre vengono considerati: cosa succede per un cliente che consuma all'esterno e chiede di andare al bagno? Nei luoghi turistici, come ci si comporta con i clienti stranieri?». 


App per leggere Qr Green Pass

Il sito del Governo dedicato alla certificazione verde spiega che anche gli addetti degli esercizi e degli eventi, alla pari dei pubblici ufficiali, devono scaricare l'app VerificaC19 sui propri dispositivi e utilizzarla per leggere il codice Qr esibito dai clienti. «Ma non siamo assolutamente attrezzati per questo compito tuona Patrizio Bertin, numero uno di Confcommercio Veneto tanto che, per quanto mi riguarda, penso proprio di alzare la serranda e non fare proprio niente del genere. Non possiamo assolutamente accettare che vengano scaricate su di noi tutte le responsabilità, senza contare poi le difficoltà organizzative e logistiche. Un conto sarebbe una discoteca, dov'è presente una zona di accoglienza dei clienti, in cui le verifiche potrebbero essere fattibili. Ma in un bar, dove si morde un caffè con brioche e si fugge subito via, non è pensabile mettersi a chiedere il Green pass e pure la carta d'identità prima di servire la tazzina. Temo che chi ha fissato queste regole non si renda conto di cosa voglia dire lavorare in questo settore e per questo confido ancora in un rinvio, in modo da chiarire meglio chi fa cosa, possibilmente non gli esercenti perché c'è molta preoccupazione». Il problema è che il 6 agosto è domani.

Ultimo aggiornamento: 17:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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