Gondole simbolo di Venezia, ma mancano le regole per costruirle: lunghezza e colore nero, poi ognuno la fa come vuole

Martedì 18 Ottobre 2022 di Tullio Cardona
Gondole simbolo di Venezia, ma mancano le regole per costruirle

VENEZIA - La gondola, questa (s)conosciuta. Se tutti sono d'accordo che questa barca da teasporto sia l'indiscusso simbolo al mondo di Venezia, è anche vero che ha subito molte variazioni nel tempo, ben analizzate da Gilberto Penzo. Il paradosso è che attualmente non esiste un capitolato che ne fissi proporzioni, materiali, forcole ed arredi (il parecio). Viene mantenuta la lunghezza, 11 metri, ed il colore nero.

Poi chiunque può realizzarla come vuole.


IL CONVEGNO
Se ne è parlato nella Scoletta dei Calegheri, dove l'associazione El Felze, in occasione degli appuntamenti per il suo ventennale, ha riunito i gondolieri e gli artigiani che hanno a che fare con la gondola. Mancavano gli squerarioli, coloro che materialmente le costruiscono. In città ne sono rimasti quanti le dita di una mano, ed i loro saperi stanno per essere dispersi. I giovani maestri d'ascia Silvia Scaramuzza e Francesco Stenghel, nello squero Tramontin, provano a mantenere viva questa grande tradizione artigianale, ma, come detto, i paletti che delimitano le regole della costruzione di una gondola ed i suoi materiali, non ci sono. Esistono voci in proposito in un vecchio regolamento comunale ancora in vigore, ma i suoi dettami non sono più realistici per una città che è cambiata. Per El Felze, il suo presidente, il remer Saverio Pastor, ha illustrato la situazione: «Gli artigiani - ha detto Pastor - hanno bisogno di un disciplinare per impostare e progettare il loro lavoro. Il pantografo potrebbe servire a costruire forcole in serie, certamente più economiche, ma non è questo il modo di mantenere la tradizione, che invece pretende, per ogni forcola, almeno tre anni di stagionatura e di lavorazioni, rivelandosi alla fine un oggetto unico ed originale. Non possono essere, però, gli artigiani a decidere».


UNESCO
D'accordo i gondolieri, rappresentati da Andrea Balbi, presidente della categoria, presente assieme al consigliere comunale Aldo Reato, già presidente dei Bancali ed egli stesso pope. I gondolieri hanno illustrato il loro percorso, avviato ormai da anni, affinché la gondola venga riconosciuta dall'Unesco patrimonio immateriale dell'umanità. «In quell'ambito - ha auspicato Balbi - ci potrebbero essere le regole perché una gondola possa essere definita tale, unitamente ai materiali costruttivi». Già, perché lo scafo potrebbe essere realizzato in compensato marino, o nel vecchio legno massiccio (de tola), ormai difficilmente reperibile. Inevitabile, da parte dei presenti, l'accenno allo smantellamento dell'ente Gondola, operato durante la prima giunta Brugnaro e tramutata solo in un ufficio della macchina comunale. «L'ente Gondola - ha proseguito Pastor - sarebbe potuta essere la giusta mediatrice per aggiornare le regole costruttive di una gondola, unitamente a tutti gli oggetti ed i materiali che la riguardano». Anche gli arredi sono stati oggetto di discussione, perché ormai di colori troppo chiassosi. La riunione è terminata con l'esigenza di nuovi incontri propositivi, ma intanto Giovanni Caniato, per l'associazione Arzanà, ha proposto un fondo, tratto dalla tassa di soggiorno, affinché un gondoliere che voglia una barca nuova possa ricevere un contributo se sceglie di farla realizzare secondo tradizione.
 

Ultimo aggiornamento: 17:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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