Gloria e Marco morti nel rogo, in mille pagine la verità dell'inchiesta

Martedì 29 Ottobre 2019 di Angela Pederiva
Gloria e Marco morti nel rogo, in mille pagine la verità dell'inchiesta
1
 Per i familiari di Gloria Trevisan e Marco Gottardi è arrivato il momento della dolorosa verità. In particolare gli avvocati della 26enne di Camposampiero, morta insieme al 27enne di San Stino di Livenza nel tragico rogo della Grenfell Tower a Londra nella notte fra il 13 e 14 giugno 2017, ieri hanno ricevuto copia del rapporto sulla fase 1 del processo, incardinato davanti alla commissione d'inchiesta indipendente istituita dal Governo allora guidato da Theresa May. I legali di tutte le parti costituite nel giudizio hanno firmato un accordo di non divulgazione delle mille pagine che domani saranno depositate in Parlamento, ma in queste ore la stampa britannica ha ricostruito i capisaldi dell'istruttoria che il prossimo anno sfocerà nella fase 2 (il giudizio vero e proprio), citando fra l'altro la testimonianza di un superstite veneto che punta il dito contro la commissaria della London Fire Brigade.
LA STRATEGIA
Si tratta di Dany Cotton, prima donna al vertice dei pompieri londinesi. Sotto accusa sono finite le parole pronunciate lo scorso anno, in occasione dell'audizione davanti agli inquirenti, quando la comandante aveva detto che prepararsi a un incendio del rivestimento come quello che inghiottì la Grenfell Tower sarebbe stato come pianificare «l'atterraggio di una navicella spaziale sullo Shard», cioè il più alto grattacielo di Londra, che assomiglia a un'appuntita piramide di vetro ed è noto appunto come la Scheggia. Un'opinione «totalmente inaccettabile» secondo quanto dichiarato al Guardian da Antonio Roncolato, 59enne originario di Maserà emigrato nel 1984 a Londra, dove lavora in un hotel di Kensington. Penultimo inquilino a fuggire dalla torre in fiamme, il padovano aggiunge: «Lei è la numero uno ed è lì per essere criticata. Lei dovrebbe essere criticata». I sopravvissuti, così come i parenti delle vittime, si aspettano infatti che la relazione firmata da sir Martin Moore-Bick, presidente della commissione d'inchiesta, affermi che i vigili del fuoco sbagliarono a continuare a dire ai residenti di stare fermi, anziché evacuarli nel momento in cui il rogo era ormai fuori controllo.
Cruciale al riguardo sarebbe stata la valutazione di Barbara Lane, l'esperta di ingegneria antincendio dell'inchiesta, secondo cui la strategia stay-put (stare fermi) «effettivamente fallì» all'1.26 del mattino, ora di Greenwich, ma la London Fire Brigade non modificò l'istruzione sullo sgombero per altri 69 minuti, cioè fino alle 2.35, quando dalla sala di controllo venne diramato l'ordine, concretamente eseguito non prima delle 2.47. «In quel momento ricorda il quotidiano rimanevano 117 occupanti nell'edificio, ma solo 46 scapparono». Non riuscirono a farcela i fidanzati Marco e Gloria, la quale già nella prima straziante telefonata a mamma Emanuela e papà Loris, la cui trascrizione è agli atti della costituzione in giudizio curata dall'avvocato veronese Maria Cristina Sandrin, all'1.34 spiegava come alla giovane coppia di architetti venisse vietato di andare fuori. Proprio ieri dall'esecutivo ora retto da Boris Jonson si è sentita la voce di Robert Jenrick, segretario di Stato per l'edilizia abitativa, il quale in commissione parlamentare ha annunciato che sarà rivista la strategia stay-put, assicurando che il suo ministero lavorerà con gli altri dipartimenti «per garantire che questa attività sia portata avanti come priorità».
IL RIVESTIMENTO
Ma questo è solo uno dei probabili tasti su cui batterà la commissione d'inchiesta. Rilevante potrebbe essere anche la contestazione sui materiali con cui era stato ristrutturato il palazzo. In particolare per quanto riguarda il rivestimento esterno di cui, studiando con i suoi collaboratori inglesi quasi un milione di pagine di documenti, l'avvocato Sandrin aveva rilevato un'anomalia nel montaggio, «effettuato con un certo scarto dal muro e dunque tale da creare una sorta di canna fumaria, che ha trasformato la torre in un tizzone». Inside Housing, settimanale di edilizia residenziale sociale, lancia questa ipotesi: «Se sir Martin dice che i pannelli non soddisfacevano il prescritto standard di Classe 0 (non combustibile, ndr.), sarà un disastro per il Governo, che ha insistito nel dire che questo non è il modo in cui la sua norma dovrebbe essere interpretata».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultimo aggiornamento: 17:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci