Giuseppe Gatteri (1829-1884), illustratore della monumentale Storia Veneta ristampata dal Gazzettino

Lunedì 18 Febbraio 2019
Giuseppe Lorenzo Gatteri nell'illustrazione di Beltramelli

Nel febbraio del 1840, nel corso di una serata di gala, gli fu chiesto di illustrare sui due piedi un episodio storico, la “Sorpresa e sconfitta del campo romano presso il Timavo, fatta dagli Istri sotto il re Epulo”. Giuseppe Gatteri non si lasciò intimorire: Prese un grande foglio, le sue matite, e – forte delle sue conoscenze dell'antica Roma, che lo attirava fin da quand'era piccolissimo – realizzò un'opera che sbalordì i presenti. Se non altro perché aveva, all'epoca, undici anni. Nacque così la sua carriera artistica, con questa fama di “enfant prodige” che indusse il padre (che si chiamava Giuseppe anch'egli, e faceva il pittore) a lasciare Trieste, dove il figlio era nato il 18 settembre 1829, per portarlo a studiare a Venezia dai migliori maestri di pittura. Con lui partì anche la moglie, Caterina Zilli. Un trasferimento della famiglia che diede i suoi frutti: i professori dell'Accademia di Belle Arti premiarono Giuseppe Gatteri nel 1845, nel 1847 e 1851.

Ma intanto il giovane artista prodigio era stato anche a Milano e a Torino: in Lombardia aveva conosciuto Francesco Hayez e Alessandro Manzoni; la nobiltà lombarda, ma anche Maria Elisabetta di Savoia, allora in soggiorno a Monza, acquistò qualche sua opera. A Torino re Carlo Alberto gli commissionò una serie di disegni, e non era che tredicenne. Per altri versi, i frequenti viaggi ad Aquileia, a Cividale e in altre località storiche del Triveneto, sommati alla lettura di opere storiche, contribuirono ad accrescere il suo interesse per le gesta del passato: illustrò le vicende della lotta per l'indipendenza greca, ed avvenimenti della Milano antica. E proprio la storia sontuosa dalla quale era circondato, unita alla formazione romantica della quale era ormai intriso non poterono che mescolarsi in un sentimento di italianità mista a venezianità che lo indussero a disegnare tanto i moti del 1848-49 – che lo videro partecipe della difesa di Venezia contro gli Austriaci – quanto la sollevazione dei contadini polacchi contro il dominio russo nel 1863. In mezzo, il suo capolavoro: le centocinquanta tavole della monumentale “Storia veneta”, descritta da Francesco Zanotto, che fu pubblicata in fascicoli a Venezia nel 1852 e conobbe diverse edizioni successive: illustrazioni capaci di restituire visivamente decine di episodi storici relativi alla Serenissima.

“Nostra precipua cura fu – si legge nell'introduzione – consultare le cronache e le storie più riputate, affine di dare a scelti fatti il colore della verità, e vestirli del costume proprio de' tempi nei quali accaderono: talché potrà servire l'offerta a quegli artisti, che per avventura amassero erudirsi a vantaggio de' loro studii nel diverso costume de' Veneziani”. Una attività di illustrazione di opere letterarie e testi storici che proseguì a Venezia ma anche a Trieste, dove fece ritorno nel 1857; e che anzi trasmise anche alla sua pittura: Giuseppe Gatteri è tutt'oggi ricordato tra i maggiori rappresentanti triestini del romanticismo storico. Il Museo Revoltella di Trieste offre ai visitatori la visione di dipinti come “La festa delle Marie” e “L'arrivo della regina di Cipro a Venezia”, realizzati su commissione del barone Pasquale Revoltella ed esposti a Trieste nel 1864; ma anche il “Divertimento dato dal cardinale Riario alla duchessa di Ferrara”, del 1872, “Cesare Borgia abbandona il Vaticano”, del 1877 e “Minerva premia le Arti e le Virtù”, l'ultimo suo quadro, dipinto nel 1884. Dal 1873 al 1876 (e poi nel 1884) Gatteri divenne anzi uno dei curatori del Museo Revoltella, e sostenne a lungo la necessità di fondare a Trieste un Circolo artistico nel quale chiamare a raccolta tutti gli artisti e gli amanti delle belle arti. Il Circolo prese vita agli inizi del 1884 e Gatteri ne fu nominato presidente. Ma non durò molto: il primo dicembre di quell'anno, a 55 anni, il pittore morì all'improvviso. L'anno successivo il Circolo artistico allestì una grande mostra sul suo lavoro; parte delle opere fu poi consegnata ai Civici Musei di storia e arte e alla Biblioteca civica di Trieste; un altro gruppo di disegni fu destinato al Museo Correr di Venezia.

Ultimo aggiornamento: 19:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci