Santorini, primo anatomista e uno dei più grandi studiosi del corpo umano della storia

Lunedì 13 Settembre 2021 di Alberto Toso Fei
Giovanni Domenico Santorini ritratto da Matteo Bergamelli

Giovanni Domenico Santorini (1681-1737) - anatomista

Dentro ognuno di noi c'è il muscolo di Santorini, che altro non è se non quel fascio di fibre muscolari che disegnano lateralmente l'angolo della bocca. Sorridiamo utilizzando quel muscolo. Ma anche la nostra laringe ha una cartilagine di Santorini; la conca nasale superiore si chiama conca di Santorini; e poi vi sono il dotto, la fissura, la vena, il plesso e la caruncola minore di Santorini, che sta tra il nostro pancreas e il duodeno.

Tutti questi “Santorini” ospitati nel nostro corpo si condensano in una sola persona, la prima che li abbia studiati e ne abbia descritto il funzionamento: Giovanni Domenico Santorini, uno dei più grandi anatomisti della storia, che fu in attività quando la conoscenza del corpo umano avveniva attraverso le dissezioni.

Nato a Venezia il 7 giugno 1681 dal farmacista Pietro Santorini e Paolina Mazengo, si ritiene che la famiglia del padre fosse di origine greca, e che il cognome faccia riferimento all'isola di provenienza. Dopo una formazione iniziale nel collegio dei Gesuiti, che lo avrebbero indirizzato agli studi di legge, preferì seguire i consigli del padre ma soprattutto le sue inclinazioni verso la scienza medica, maturate dall'ascolto delle conversazioni che i dottori tenevano nella spezieria di famiglia. All'epoca le farmacie erano infatti anche luogo di ritrovo per chi in generale si occupava di salute.

Giandomenico Santorini finì presto sotto l'ala protettrice di Francesco Delfino, Protomedico di Sanità in Venezia e dirigente dello “Spedaletto”, sotto il quale si formò e che lo introdusse alla pratica clinica. Non è certo dove Santorini conseguì la sua laurea, anche se diverse fonti sono concordi nell'affermare che avvenne a Pisa nel 1701, e che fece in tempo ad assistere alle lezioni di Marcello Malpighi: di sicuro, non appena promosso Dottore in Filosofia e Medicina nel Collegio dei Medici Fisici di Venezia, Delfino – intuendone le capacità – lo volle membro del Collegio stesso.

A ventitré anni fu chiamato all'incarico di “pubblico incisore” nel Teatro anatomico, e dal 1705 al 1728 eseguì dimostrazioni e dissezioni anatomiche a Venezia, dove per la sua abilità fu in grado di osservare le parti più piccole del corpo, e di capirne il funzionamento. Il suo scritto più importante fu “Observationes anatomicae” del 1724, uno studio dettagliato e illustrato riguardante gli aspetti anatomici del corpo umano. Nel frattempo, non ancora trentenne, era subentrato proprio a Delfino nella direzione dello Spedaletto, divenendo Protomedico alla Sanità. Quando nel 1711 la Repubblica chiamo il forlivese Giambattista Morgagni – oggi considerato il fondatore dell'anatomia patologica – a dare vita alla prima cattedra di medicina teorica a Padova, tra i due nacque un rapporto di stima reciproca che divenne nel tempo un sentimento di amicizia.

Santorini descrisse per primo, minuziosamente, la posizione dei muscoli della faccia, la loro azione reciproca; capì per primo il funzionamento del corrugarsi della palpebra; studiò il cervello, l'occhio, il naso; verificò il sistema vascolare e diede indicazioni precise sulla posizione e la relazione tra i polmoni, il cuore e i vasi sanguigni che da questo si diramano, misurandone il diametro. Studiò con grande precisione gli organi genitali. Incaricato di offrire suggerimenti rispetto agli approvvigionamenti farmaceutici sulle navi della Serenissima, fornì i medici di bordo di indicazioni precise sulle patologie più frequenti e sulle cure da apportarvi, e nel 1734 diede alle stampe le “Istruzioni sulle febbri”, un libro ritenuto così utile da dover essere ristampato più volte.

Nel 1736 lasciò l'incarico di Priore del Collegio dei Medici fisici per dedicarsi a un nuovo volume di osservazioni anatomiche, per le quali aveva fatto delineare le tavole al pittore Giovanni Battista Piazzetta e incaricato delle incisioni Marcello Fiorenza. Ma non arrivò nemmeno a metà dell'opera: il 7 maggio 1737, non avendo ancora compiuto i suoi 56 anni, Giovanni Domenico Santorini – l'uomo che scoprì il segreto del nostro sorriso – morì improvvisamente, nel mezzo di una fama straordinaria. Il figlio Pietro, suo allievo, in quel momento ventottenne, gli succedette nella carica di protomedico.

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