Giochi antichi, una riscoperta dell'identità nella giornata delle comunità ludiche del Veneto

Domenica 4 Luglio 2021 di Marta Gasparon
Giochi antichi, una riscoperta dell'identità nella giornata delle comunità ludiche del Veneto

A Venezia la giornata delle comunità ludiche del Veneto per ritrovare un patrimonio condiviso: gli svaghi di un tempo nelle piazze della terraferma e nei campi lagunari. La manifestazione Tocatì rimette al centro il divertimento, non solo dei più piccoli.


LA TRADIZIONE


Riunire una rete di comunità che rappresentano una storia di relazioni, tradizioni e identità, in grado di promuovere il rispetto per le appartenenze locali e la diversità culturale.

Questo lo spirito con cui ieri ha preso vita per la prima volta, a Palazzo Ducale, il seminario formativo Tocatì. Un patrimonio condiviso. Giornata della Rete regionale delle comunità ludiche tradizionali del Veneto che ha visto l'impegno di Aga Associazione Giochi Antichi con il sostegno della Regione e il patrocinio di Icpi - Istituto centrale per il Patrimonio immateriale, per la Salvaguardia del Gioco e Sport tradizionale. Nella visione di Aga la cui adesione all'associazione europea AEJeST ha segnato l'inizio di un lungo viaggio la comunità ludica rappresenta gruppi di giocatori che, proprio attraverso il gioco e lo sport, mantengono vive le tradizioni nei loro territori di riferimento. «C'è una ricchezza di realtà che rappresentano questo mondo ancora oggi nascosto riflette Giuseppe Giacon, vicepresidente dell'associazione, ideatrice della manifestazione Tocatì Il motivo? Se si parla di gioco puramente tale, la visione è tuttora molto legata alla sfera del bambino, ma non è così: esso appartiene all'uomo, all'umanità, ad uno dei suoi linguaggi universali». Ponendo l'attenzione sulla città lagunare, inutile dire che la voga accanto alla vela al terzo continui ad essere oggi il cuore pulsante. Questo, almeno, per quanto riguarda la dimensione adulta.

SVAGHI DI UN TEMPO

Mentre nell'ambito dell'infanzia per Giacon c'è una tradizione veneziana ancora molto forte, capace di animare i campi del centro storico: basti pensare agli svaghi di un tempo, come campanon e massa e pindolo, tramandati ai più piccoli. «Dal 2003 la categoria dei giochi e degli sport tradizionali è patrimonio dell'umanità per l'Unesco e questo è importante per far rete. La nostra associazione europea comprende circa un milione di giocatori e giocatrici, anche giovani. Alcune attività ludiche una volta erano appannaggio degli uomini, ma negli anni c'è stata un'apertura al mondo femminile. D'altronde per mantenere vivo lo spirito di una tradizione è necessario anche innovarla, ripensarla». Tra i giochi raccontati ieri un tuffo in un mondo in cui il tempo sembra essersi fermato il cosiddetto zugo de l'ovo, degli anni 50, che coinvolge persone di tutte le età. Legato al rito religioso della Madonna Addolorata, il paese veronese di Sezano (300 abitanti) ora lo ripropone nel terzo weekend di settembre. «Si gioca in più coppie, con un uovo di gallina crudo. I partecipanti partono dalla piazza e poi giù, in discesa, passandosi l'uovo di mano allontanandosi più che si può, finché non cade a terra. Vince chi lo conserva integro. È una tradizione importante, dice Antonella Erbisti del Comitato festeggiamenti Sezano qualcosa che ci caratterizza».


IL MINITENNIS

Ideato nel 68 nella frazione di San Vito al Mantico, a Bussolengo, grazie all'intuizione del proprietario di una trattoria, Dorino Biondani, alla ricerca di un passatempo per i clienti, il palota-minitennis ha ricominciato ad essere giocato da circa cinque anni. Lo spiega Alessandro Sterzo, dell'associazione Palota-minitennis, sottolineando come tutto sia nato dalla conversione di un campo da bocce in qualcosa di nuovo, a metà fra il ping pong e il tennis, utilizzando racchette di legno rivestite in pelle. «Per noi Venezia rappresenta una palestra all'aria aperta il commento della campionessa di voga Gloria Rogliani, dell'omonima associazione sportiva dilettantistica Il nostro impegno consiste nel lavorare mantenendo viva la tradizione. Nell'arco dell'anno organizzo laboratori lagunari, in cui poter assaporare tutto ciò che ruota attorno agli antichi mestieri e agli itinerari della Venezia scomparsa. Mi dedico poi alla scuola di voga, con un occhio di riguardo alla parte culturale». E per Rogliani la chiave per intercettare i giovani, con cui si relaziona ogni giorno, sta «nell'impegnarli a livello fisico. Perché più che ascoltare, i ragazzi osservano». In rappresentanza della Federazione autonoma birillistica italiana c'era invece il presidente dell'area tecnica, Nicola Sarlo. «Nel Veneziano operiamo dal 2014: abbiamo due campi, a Noale e Martellago, dove in settembre organizzeremo un torneo a 10 squadre. Questo gioco piace, oltretutto coinvolge nel movimento varie parti del corpo, e ce n'è traccia già all'epoca degli antichi egizi. Cerchiamo di portarlo anche nelle scuole. Lo scopo del gioco? Abbattere più birilli possibili posizionati su un cavalletto di ferro a T rovesciata attraverso piastre d'acciaio da una distanza di 13 metri». «La nostra attività è museale, inoltre ne promuoviamo di legate alla cultura dell'acqua spiega Maurizio Ulliana, del Museo della navigazione fluviale di Battaglia Terme Siamo in connessione con le attività della voga alla veneta, con le barche della tradizione». 


«L'aspetto identitario, culturale, tradizionale afferma l'assessore regionale alla Cultura, Cristiano Corazzari per noi rappresenta un obiettivo da perseguire». «Mantenere e trasmettere le tradizioni è fondamentale, soprattutto in una città come Venezia conclude il consigliere comunale delegato alla Tutela delle Tradizioni, Giovanni Giusto dove la tradizione non deve essere letta come nostalgia, ma come elemento necessario per mantenere viva una straordinaria diversità».

Ultimo aggiornamento: 5 Luglio, 11:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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