Viveva grazie al gioco d'azzardo, ma percepiva il reddito di cittadinanza

Martedì 11 Maggio 2021 di Roberta Brunetti
La donna aveva nascosto al fisco vincite per 92mila euro per continuare a percepire il sussidio
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VENEZIA - Ha giocato centinaia di migliaia di euro, come documentano le tabelle della Spisal, la società che gestisce sale scommesse e giochi vari. Un giro di soldi tenuto nascosto, quando si è trattato di chiedere (e incassare) il reddito di cittadinanza. Ora questa giocatrice incallita - A. F., 55enne di Favaro - è sul banco degli imputati per aver indebitamente ottenuto il beneficio introdotto dalla legge del 2019. Il processo si è aperto ieri, a Venezia, davanti al giudice monocratico Roberta Marchiori. In udienza si è costituita parte civile l’Inps. Il giudice ha quindi rinviato l’udienza al prossimo 29 novembre, per sentire i testimoni. La donna, assistita dall’avvocato Federico Tibaldo, avrà l’occasione di difendersi. A suo dire, al gioco avrebbe soprattutto perso, ritrovandosi senza ricorse. Per la Procura una vincita al gioco è comunque un reddito, anche se poi lo si perde, e non dà quindi diritto ad accedere all’aiuto. Il caso è emerso da un controllo a campione della Guardia di Finanza tra i beneficiari del reddito di cittadinanza. Le indagini sono state coordinate dal pubblico ministero Stefano Buccini che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio della donna.

Due i capi d’imputazione che le vengono contestati.


LE ACCUSE
Nel primo le si contesta di aver dichiarato, in una prima richiesta di reddito di cittadinanza dell’aprile 2019, di vivere con una sola persona, quando invece a dividere lo stesso tetto sarebbero stati in tre. E ancora di aver nascosto l’«effettivo reddito familiare»: 150 euro quello dichiarato, a fronte di un «reddito conseguito» che la Procura calcola essere stato nel 2017 di 92.242 euro. L’accusa le contesta anche una seconda richiesta di reddito di cittadinanza del marzo 2020, in cui ancora una volta avrebbe nascosto il reale reddito familiare: 3.698 euro quello dichiarato, 182.842 quello conseguito. Dichiarazioni che - sempre stando alla ricostruzione della Procura – gli hanno consentito di incassare indebitamente un reddito di cittadinanza di 7.088 euro. Il secondo capo d’imputazione fa riferimento più espressamente al gioco, contestando alla donna di non aver comunicato le variazioni del reddito familiare, tra 2019 e 2020, che, «a seguito di vincite realizzate attraverso i conti di gioco», superava i limiti patrimoniali (dai 6000 ai 10.000 fissati dalla legge). E in allega produce i tabulati della Spisal che documentano un’attività di gioco da centinaia di migliaia di euro.

Ultimo aggiornamento: 07:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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