Dal Lido alla Persia: ha 106 anni
la dama della principessa Fawzia

Sabato 8 Marzo 2014 di Paolo Navarro Dina
Ginevra Castellani Barinch oggi a 106 anni e come dama di compagnia
VENEZIA - Gli occhi celesti luccicano mentre con la lente di ingrandimento osserva alcune vecchie fotografie in bianco e nero buttate un po’ alla rinfusa sul tavolo nel salotto della sua casa al Lido di Venezia, ospite della cognata Leda. Un lungo sospiro e poi uno sguardo sereno e la mente che torna con i ricordi ai profumi de Il Cairo; alle peripezie di un lungo viaggio nel lontano 1939 verso Teheran, allora capitale della Persia, su un treno partito da Porto Said. Gli occhi si aprono all’allegria e alla serenità.



LA SIGNORINA VENEZIANA - Ginevra Castellani Barinch, 106 anni, compiuti il 16 febbraio, ha avuto una vita semplice, ma straordinaria. Per un paio d’anni, partita da Venezia, ha vissuto prima al Cairo e poi a Teheran, come "dama di compagnia" della principessa Fawzia d’Egitto, donna di rara bellezza, nota come la "Venere Orientale" ed immortalata con tutto il suo fascino da un fotografo d’eccezione come Cecil Beaton. Fawzia, donna dagli occhi ammalianti, fu la prima moglie dell’erede al trono di Persia, lo Scià, Reza Pahlavi, lo stesso che negli anni successivi sposò prima Soraya, la "principessa triste" e poi in terze nozze Farah Diba. Fawzia fu la prima donna del futuro imperatore persiano: la prima consorte, ma anche la prima che si divise legalmente dallo shah.



SOGGIORNO AL CAIRO - Ginevra entra in questa storia in punta di piedi. Un lavoro dietro le quinte, fatto di confidenze, ma anche di ossequio. Di rispetto e di stima. «Mi ricordo - dice con voce ancora forte ma timorosa - quando arrivai in Egitto. Ero al servizio di una famiglia di ebrei veneziani, i Mosseri, che lì facevano i commercianti e che avevano stretti legami con Venezia. Fui scelta per dare una mano ai bambini. C’erano due ragazzini da accudire...». Ma poi ben presto il lavoro cairota dai Mosseri finì, ma non il soggiorno nella capitale egiziana. «Dopo fu il turno di un’altra famiglia italiana che si era trapiantata in riva al Nilo - racconta - Si chiamavano Biagiotti e venivano da Lucca. Avevano quattro ragazzi: tre femmine e un maschio. Con loro facevo i compiti, li accudivo, li sorvegliavo quando andavano a fare sport. Insomma facevo l’educatrice a tutto tondo. Avevo anche un buon stipendio per quei tempi. Mandavo tutto in Italia!».



L’INCONTRO FATALE - E ad un bel punto arrivò la grande occasione. E a Ginevra le si presentò grazie ad un invito. Fu Olga Asta, storica imprenditrice e stilista veneziana del merletto, ad avvicinarla mentre era a servizio dai Biagiotti dove la donna si era recata per una visita. In quest’occasione arrivò la proposta irrinunciabile: diventare la "dama di compagnia" della principessa egiziana. «Fu un momento emozionante - ricorda lucidamente Ginevra - Fawzia era una donna molto bella e ben cosciente del ruolo che andava ricoprendo. La vedevo tutti i giorni, le preparavo i vestiti per il giorno e per la sera. Mi occupavo solo di lei, anche perchè per i lavori di fatica c’erano al suo seguito ben 14 persone, tutti maschi, scelti tra i beduini...». E i ricordi vanno al clima di quel tempo in un ambiente particolare come la reggia di Faruk, il padre di Fawzia, allora re d’Egitto.



NELLA REGGIA DEL CAIRO - «Se posso confessare - racconta Ginevra - non c’era un’atmosfera molto allegra. Tutti erano molto seri e rispettosi dei propri ruoli. Io la vedevo solo in determinate circostanze. Alla mattina e alla sera: sorvegliavo il suo guardaroba, sistemavo i vestiti... ». E poi il momento clou. Prima l’annuncio che Fawzia era stata promessa sposa all’erede al trono dello Scià di Persia e il viaggio con tutta la servitù - come fosse stata catapultata in una favola - in treno attraverso il Medio Oriente fino ad arrivare a Teheran, sul finire del 1939 per il matrimonio. «Mi ricordo bene - sorride Ginevra - di aver visto ricevimenti straordinari, feste meravigliose e mi ricordo anche che Fawzia a fine giornata, dopo il matrimonio, mi confessò che le girava la testa. Che aveva un forte mal di capo dovuto al diadema scintillante che era stata costretta ad indossare per le nozze. Fu una cosa molto carina, ma indubbiamente accolta da me con sobrietà e distacco come competeva al mio ruolo. E anche per mantenere le apparenze. Ricordo che mi disse che i gioielli le "pesavano" sul capo...».



SEMPRE GUARDATA A VISTA - E poi il racconto si perde nella descrizione di Teheran, dei paesaggi e delle atmosfere di una città leggendaria. «Ricordo che quando ero in libera uscita - spiega ancora Ginevra - ero costantemente seguita da una guardia del corpo. Non potevo scambiare parola con nessuno. Ero tenuta d’occhio proprio per il ruolo delicato alla corte dello Scià. Mi ricordo che non andando tanto per le spicce, la macchina fotografica veniva sequestrata senza tanti complimenti. Oltre a questo tutta la nostra posta era attentamente controllata. Un errore sarebbe stato fatale».



REZA PAHLAVI IMPETTITO - E poi le impressioni sull’incontro dei due sposi. Da una parte Fawzia, dall’altra l’erede al trono, Reza Pahlavi. «Ricordo che lo vedevo raramente - confessa Ginevra - ma quando lo incrociavo mi sembrava... Posso dirlo? Ma sì, un barbiere!». Ginevra sorride sommessamente, quasi avesse fatto - alla sua età - uno sgarbo o una marachella. Anche a distanza di settant’anni. Quasi una mancanza di rispetto verso due persone che ormai appartengono alla Storia. Fawzia d’Egitto, visse una vita adagiata, anche se dopo il matrimonio con Reza Pahlavi, il menàge coniugale si incrinò fino al punto che si giunse al divorzio tra le due teste coronate nel 1948. Poi Reza Pahlavi sposò Soraya, ma lì fu tutt’altra storia. Fawzia è morta nel 2013 a 91 anni, ad Alessandria d’Egitto. «Rimasi in Iran - conclude Ginevra - fino al 1940. Forse poco tempo. Ma era scoppiata la Seconda Guerra Mondiale da un anno. E gli italiani non erano visti proprio di buon occhio...». Ginevra guarda ancora le foto di Fawzia. Le prende in mano, avvicina ancor di più la lente di ingrandimento all’immagine della principessa egizia. «Sì, era proprio bella».
Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 12:42
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