Achille Serra: «Rischio anarchici? Nel 2002 li bloccai grazie ai portuali»

Sabato 10 Luglio 2021 di Cristiana Mangani
Achille Serra: «Rischio anarchici? Nel 2002 li bloccai grazie ai portuali»

VENEZIA - Le prime proteste si sono viste ieri, quando 40 manifestanti del movimento internazionale Extinction Rebellion hanno raggiunto l'area al confine con la zona rossa e si sono attaccati utilizzando della colla al pavimento e alle transenne poste davanti all'Arsenale. La manifestazione non sarà la sola: per oggi si attende il corteo che desta maggiore ansia, quello dove si teme l'arrivo di possibili infiltrati, tra black bloc e anarcoinsurrezionalisti. A vent'anni dal G8 di Genova che è costato la vita a Carlo Giuliani, una nuova minaccia antagonismo pesa sulla sicurezza del G20 di Venezia. C'è, però, chi qualche mese dopo la grande guerriglia genovese è riuscito a gestire un evento no global a Firenze senza neanche un assalto. Era novembre del 2002, quando sulla città toscana è piombata la decisione di autorizzare un Social forum europeo. Quasi un milione di persone hanno sfilato nel centro cittadino senza conseguenze. In quegli anni, alla guida della prefettura, c'era Achille Serra.


Prefetto, come è riuscito nella non facile impresa?
«Mancava un mese all'evento, la prima cosa che feci fu quella di convocare i capi della manifestazione.

Ci siamo messi intorno a un tavolo e, dopo una grande diffidenza iniziale, abbiamo cominciato a dialogare».


Quali le condizioni per la trattativa?
«Loro chiedevano di poter sfilare per il centro della città senza vedere poliziotti o carabinieri. Una cosa assurda da immaginare».


E lei che ha risposto?
«Voi che mi date in cambio? Ti diamo duemila portuali di Livorno, mi hanno garantito. Un servizio di sicurezza inespugnabile. Tanto che, quando durante il corteo, duecento anarchici hanno tentato di infiltrarsi, i portuali si sono parati davanti e quelli si sono dati alla fuga».


Buona parte dell'opinione pubblica aveva osteggiato la manifestazione.
«Ci sono state tante lettere, proteste. Venne da me Franco Zeffirelli e, dopo di lui, Oriana Fallaci che scriveva ogni giorno contro la manifestazione. Firenze non è Genova, dicevano: se distruggono qualcosa di particolare valore artistico, non si potrà rimettere a posto. Ho cercato di convincerli che sarebbe andato tutto bene, appoggiato nella decisione anche dal questore dell'epoca, Giuseppe De Donno».


E alla fine avete avuto ragione, quale è stata la chiave?
«La capacità di dialogare e la serietà degli interlocutori. Ho avuto un maestro che è stato Luigi Calabresi, la persona che più di ogni altra cercava il dialogo. Io, alle prime armi, lo seguivo e imparavo. Tra gli organizzatori del Social forum c'erano, poi, tanti che oggi sono stati eletti in Parlamento, come Nicola Fratoianni. Mi sono reso conto che erano persone delle quali ci si poteva fidare».


Ci sono stati momenti di tensione?
«Abbiamo discusso spesso. All'indomani del G8 l'atmosfera tra dimostranti e forze dell'ordine aveva raggiunto un livello mai raggiunto prima: c'era un governo locale di sinistra e un governo nazionale di destra, sindaco e presidente di Regione hanno spinto affinché l'evento si facesse, ma non doveva succedere nulla, altrimenti sarebbe stato il disastro».


Quando ha temuto che la situazione potesse precipitare?
«Avevo promesso che le frontiere sarebbero rimaste aperte, invece il governo decise di chiudere. È stato un momento duro, i manifestanti hanno cominciato a dubitare di me. Ho dovuto faticare per ricomporre».


Con Oriana Fallaci e Zeffirelli come ha fatto?
«La sera prima dell'evento sono andato a prendere la Fallaci in albergo con la mia auto privata, le ho fatto mettere occhiali e un foulard in testa, e l'ho portata a fare un giro della città per farle vedere dove stavano le forze dell'ordine. Ma non sono riuscito a convincerla. Mentre Zeffirelli, alla fine, ha scritto una lettera molto bella per ringraziare per come era andata».


Il ricordo più bello?
«Vedere i manifestanti offrire da bere il thé e l'acqua alle guardie, agli agenti. C'era stata la riappacificazione. I responsabili del Social forum, poi, sono venuti anche in prefettura ad abbracciare me e il questore: è qualcosa che non potrò mai dimenticare».

Ultimo aggiornamento: 17:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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