JESOLO-ERACLEA - Prima un’unione dei servizi e poi una fusione tra i due comuni. E per la precisione tra quello di Eraclea e Jesolo, due realtà vicinissime geograficamente, con problemi simili eppure profondamente diverse per sviluppo turistico. Nel litorale si ritorna a palare di fusione tra comuni confinanti, un’idea che a dirla tutta in passato era già stata lanciata a Cavallino-Treporti da Giorgio Ballarin, coordinatore del locale movimento civico che aveva addirittura ipotizzato la nascita di super Comune con la fusione di Cavallino, Jesolo ed Eraclea. Questa volta la proposta è stata rilanciata da Giovanni Burato, consigliere della lista “Buongiorno Eraclea”, che punta all’unione tra Eraclea e Jesolo evidenziando una serie di benefici che una simile operazione comporterebbe.
«Prima di tutto – spiega il consigliere di opposizione - la fusione potrebbe essere di vantaggio per i cittadini che potrebbero contare su servizi migliori grazie agli incentivi regionali, gli uffici comunali si troverebbero con organico più completo e per la stessa amministrazione che potrebbe risolvere la questione della gestione dell’arenile oggi diviso tra Eraclea e Jesolo nonché avere un peso maggiore visto che una fusione tra Eraclea e Jesolo creerebbe una città di 40.000 abitanti.
CALO DEMOGRAFICO
Alla base della sua proposta Burato, pone alcune criticità, a partire dal calo demografico di Eraclea. «Dai dati a nostra disposizione – prosegue il consigliere di “Buongiorno Eraclea” – negli ultimi anni il nostro Comune ha un bilancio demografico negativo anche a fronte dell’emigrazione verso altri comuni più attrattivi per servizi e lavoro. Eraclea ha perso circa 500 abitanti e la tendenza non ci rassicura. E’ una situazione che è stata ben evidenziata in Consiglio con una mozione, bocciata dalla maggioranza, di cui siamo stati firmatari e che auspicava interventi da parte del Comune per incentivi alle nuove nascite e creare agevolazioni sui servizi alle famiglie. Ovviamente questa non è l’unica leva su cui agire, si dovrebbero valutare anche misure per il settore del commercio e dell’artigianato».
Un altro problema che viene evidenziato è quello legato alla carenza di personale in Municipio. «I nostri uffici non riescono a svolgere il lavoro ordinario perché sempre oberati – dice ancora Burato -. Alcuni uffici risultano essere completamente scoperti in quanto diversi dipendenti hanno già pensato di trasferirsi in altri Comuni o lo stanno facendo. Una situazione a domino che se non fermata potrebbe comportare a problematiche ancora più serie. Il nostro Comune sembra poco attrattivo anche dal punto di vista delle assunzioni, forse per le passate vicende giudiziarie e per il periodo di commissariamento. Anche a Jesolo però ci sarebbero delle criticità, pensiamo per esempio alle 3mila partiche del piano casa arenate negli uffici».
«PARTIRE DAI SERVIZI»
Da tutto questo la proposta di unione tra i due comuni. «Si potrebbe partire dai servizi per aumentare il personale – conclude Burato - in virtù degli incentivi economici che la Regione mette a disposizione in questi ambiti. Poi si potrebbe ragione sull’ipotesi di una fusione attraverso un referendum. Ricordo che la stessa Regione nel gennaio 2020, ha dettato, a distanza di molti anni sull’esperienza dei numerosi procedimenti referendari tenutisi in materia, una nuova disciplina in tema di fusioni tra Comuni».