Nuova protesta: lenzuola sui balconi contro l’inceneritore Veritas-Ecoprogetto a Fusina

Martedì 21 Luglio 2020 di Fulvio Fenzo
MOBILITAZIONE A sinistra la linea 1 dell impianto di Fusina che presto potrà bruciare il Css. A fianco verrà realizzata la seconda linea ormai quasi autorizzata. Sopra le lenzuola realizzate dai comitati
AMBIENTE
MARGHERA Ricorso al Tar, proseguimento della petizione che ha già superato le 10mila firme, e lenzuola. Sì, lenzuola, stampate e da appendere fuori dal balcone o dal terrazzo che diventeranno il simbolo della battaglia dei comitati (non solo ambientalisti) contro il raddoppio dell’inceneritore di Fusina. Perché, come era prevedibile, la mediazione romana che ha fermato (per ora) la terza linea riservata ai fanghi, ma ha dato l’okay alle altre due per il Css, il combustibile da rifiuto che verrà bruciato nell’impianto di Veritas-Ecoprogetto, non ha affatto soddisfatto i 19 gruppi del fronte che da mesi si batte contro l’ampliamento dell’impianto. E, intanto, anche i 5stelle sono pronti a ri-chiamare in causa il ministro dell’Ambiente Sergio Costa sostenendo che quelle diffuse da Regione e Comune sarebbero solo delle “fake news”.
FRONTE COMPATTO 
Sono una ventina i gruppi e le associazioni che compongono il fronte anti-inceneritore. Di Marghera e del resto della città, certo, ma anche della Riviera, Miranese e Mogliano, oltre al Wwf e ad un nutrito gruppo di medici e pediatri. Fino a fine agosto proseguirà la petizione on line sulla piattaforma change.org (ieri verso quota 6.500 adesioni e ormai vicina all’obiettivo di 7.500), alle quale vanno aggiunte le altre migliaia già raccolte “su carta” nei gazebo allestiti nelle piazze o singolarmente dai vari gruppi. «Stiamo inoltre lavorando per il ricorso al Tar - aggiunge Mattia Donadel di Opzione Zero -. Ovviamente dovremo aspettare che passi l’Autorizzazione unica ambientale che vogliono concedere già nei prossimi giorni, quindi avremo almeno 60 giorni per predisporre e depositare le carte contro questo progetto». Un ricorso che non sarà “a costo zero”, tanto che i comitati hanno già avviato una campagna per raccogliere fondi attraverso bonifici sul conto corrente intestato a Opzione Zero (Iban IT64 L0359901899050188525842 indicando come causale “ricorso Tar No Inceneritore Fusina”). Ma l’autofinanziamento viaggerà anche attraverso altre iniziative, come quella delle lenzuola stampate con la scritta “Andrà tutto in fumo – No Inceneritore Fusina”. «Si possono già prenotare scrivendo a noinceneritorefusina@gmail.com, con un contributo di 5 euro alla consegna - riprendono i comitati -. Una volta esposto il lenzuolo, chiederemo di scattare una foto e di inviarla alla stessa mail, per poi pubblicarla in Facebook».
«GIOCO SPORCO»
«Reagiremo!», aveva sbottato il presidente della Municipalità di Marghera, Gianfranco Bettin, il giorno dopo la decisione assunta a Roma dai tecnici della Regione e del Ministero dell’Ambiente. «Una decisione politica assunta dall’assessore regionale Bottacin e dal ministro per l’Ambiente Costa che rappresenta una forzatura», aveva detto Bettin anticipando di fatto il grido di battaglia dei comitati. Ma ieri è arrivata anche la presa di posizione del Movimento 5stelle, con il candidato alle Regionali Enrico Cappelletti e la capolista nella circoscrizione di Venezia Elena La Rocca, attuale consigliera comunale: «Non ci stiamo – attaccano i 5stelle -. Il ministro Costa ha dichiarato pubblicamente di essere fermamente contrario a nuovi inceneritori e la pensa esattamente come noi sull’importanza della tutela della salute. Ha chiesto un parere alla commissione Via nazionale, su nostro sollecito, per capire se è stata sostanzialmente aggirata la normativa. Ha voluto un tavolo tecnico per confrontarsi con la Regione, verificare le competenze e portarla su posizioni più attente alla salute cittadina. Se la Regione vuole procedere con sole due linee è perché ha capito che con tre linee la Via sarebbe nazionale e non potrebbe mai passare». Per La Rocca e Cappelletti «in Regione stanno facendo un gioco sporco e devono assumersene la piena responsabilità. Il ministro non ha, purtroppo, competenza su quest’opera, ma l’abbiamo coinvolto e sta facendo tutto il possibile per aiutarci. Nei prossimi giorni ci metteremo in contatto con Costa per chiedere una smentita ufficiale alle fake news che Lega, Regione e Brugnaro stanno mettendo in giro». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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