Attivisti nella centrale elettrica Palladio di Fusina: impianto bloccato Foto

Sabato 29 Febbraio 2020
Attivisti nella centrale elettrica Palladio di Fusina: impianto bloccato
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Circa 150 attivisti e attiviste dei centri sociali del nord-est hanno fatto irruzione questa mattina nella centrale elettrica Palladio di Fusina, la quinta per grandezza in tutta Europa.  Dopo aver bloccato il cancello di ingresso gli attivisti sono entrati nell'immensa struttura responsabile della produzione di 700 tonnellate di carbone al giorno. Con lo scopo di bloccare la fabbrica gli attivisti sono saliti su una delle strutture più alte per calare striscioni e occupare i nastri trasportatori del carbone. L’impianto è stato bloccato.



Il primo striscione calato recita: "one solution: revolution" a significare che per la vita delle persone non si possono accettare compromessi, gli attivisti e le attiviste chiedono a gran voce la dismissione immediata di questa e di tutte le fabbriche di carbone d'Europa. Lo striscione "Siamo l'antidoto al capitalismo" viene fissato ai nastri trasportatori del carbone, mentre gli attivisti occupano gli stessi.

Enel Produzione ricorda di aver già effettuato richiesta formale per anticipare la dismissione della centrale a carbone entro il 2023.
Lo rende noto l'azienda elettrica in relazione alla protesta messa in atto da alcuni attivisti dei centri sociali alla centrale Palladio di Fusina a Marghera nel veneziano. «L'Azienda ha già presentato il progetto per la riconversione del sito con un impianto a gas ad altissima efficienza, indispensabile per assicurare la cessazione della produzione a carbone e la gestione in sicurezza della rete elettrica, e l'iter di approvazione del progetto è in corso rileva Enel Produzione -. Inoltre, l'azienda sta sviluppando l'installazione di capacità fotovoltaica all'interno del sito, come parte della più generale iniziativa di sviluppo di nuova capacità rinnovabile su tutto il territorio italiano». Queste attività, per Enel Produzione, sono in linea con quanto previsto dal Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima, che prevede la cessazione dell'utilizzo del carbone entro il 2025 attraverso lo sviluppo delle fonti rinnovabili e di nuova capacità flessibile, per garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale.


Ultimo aggiornamento: 14:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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