Società cartiere per frodare il Fisco: sequestro di auto e immobili per 16 milioni. La Cgil: 400 lavoratori a rischio

Venerdì 29 Gennaio 2021 di Marco Corazza
Operazione della guardia di finanza
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VENEZIA - Frode per il pagamento dei contributi, maxi operazione della Guardia di finanza di Venezia. Dalle prime ore della mattina, oltre 200 finanzieri del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Venezia e di altri Reparti del Corpo operanti in numerose province italiane, stanno dando esecuzione a un centinaio di perquisizioni nei confronti di persone fisiche e imprese coinvolte, a vario titolo, in una sofistica frode fiscale e contributiva.

Società cartiere per frodare il Fisco con 400 lavoratori irregolari. La Guardia di Finanza di Venezia ha dato esecuzione a un provvedimento emesso dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Venezia su richiesta della Procura lagunare, finalizzato al sequestro preventivo di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per oltre 16 milioni di euro nei confronti di 35 aziende e 46 persone fisiche coinvolte in una vasta frode fiscale e contributiva.

Contestualmente ai sequestri, con la collaborazione dei Reparti del Corpo delle province di Venezia, Padova, Treviso, Vicenza, Milano, Bergamo, Brescia, Trento, Udine, Roma, Latina, Lecce e Trapani, oltre 240 militari delle Fiamme Gialle stanno dando esecuzione a circa 100 perquisizioni personali e locali nei confronti di persone fisiche e imprese coinvolte, a vario titolo, nel sofisticato disegno criminoso.

Lavoratori a rischio

Per la Cgil del Veneto sono i lavoratori a rischiare di pagare il prezzo dell'illegalità, 400 lavoratori che venivano impiegati da altre aziende nel montaggio di mobili e arredi e negli stand fieristici.

Lo rileva in una nota Silvana Fanelli, segretaria confederale della Cgil del Veneto.

L'operazione

L’operazione odierna è scattata al termine di una complessa attività investigativa diretta dalla Procura della Repubblica di Venezia e sviluppata dal Nucleo di polizia economico finanziaria di Venezia, che ha tratto spunto da una segnalazione della locale Direzione Provinciale dell’I.N.P.S. relativamente a possibili illeciti contributivi e previdenziali connessi alla gestione di alcune società della provincia lagunare.

I successivi approfondimenti hanno permesso di svelare l’esistenza di una articolata associazione per delinquere, attiva prevalentemente in Veneto e nella provincia di Lecce, finalizzata alla perpetrazione di gravi e ripetuti reati fiscali e societari, che hanno portato anche al fallimento di un’azienda. In concreto, sono state individuate numerose società “cartiere”, nella disponibilità del citato sodalizio, utilizzate per assumere formalmente in carico un rilevante numero di lavoratori (ne sono stati individuati oltre 400), di fatto impiegati presso altre società beneficiarie sempre riconducibili al citato sodalizio criminale ed operanti nel settore e del montaggio di mobili e arredi per uffici e installazione di stand fieristici.

Il meccanismo

Il meccanismo fraudolento prevedeva la stipula di fittizi contratti di sub-appalto tra le società cartiere e quelle beneficiarie in forza dei quali quest’ultime, da un lato, potevano disporre della forza lavoro necessaria senza dover adempiere agli obblighi previdenziali e contributivi (che restavano formalmente in carico alla società cartiere) e, dall’altro, beneficiavano degli ingenti crediti IVA connessi alle false fatturazioni ricevute dalle cartiere, pari a oltre 25 milioni di euro. Tale sistema evasivo, attuato anche con l’ausilio di alcuni professionisti, anch’essi indagati, ha permesso alle imprese beneficiarie della frode di disporre di una rilevante forza lavoro a prezzi oltremodo competitivi con rilevanti effetti distorsivi sulla normale concorrenza nel settore di riferimento. L’attività di indagine ha altresì permesso di individuare un’evoluzione della frode verso più sofisticati meccanismi di compensazione dei debiti fiscali e previdenziali connessi all’illecito utilizzo dei contributi statali concessi a sostegno delle attività di “Ricerca&Sviluppo” delle imprese, di fatto mai realizzate e giustificate con falsa documentazione appositamente creata.

Il sequestro ha interessato liquidità finanziarie, autovetture di pregio e immobili nella disponibilità degli indagati principalmente a Venezia, Treviso, Lecce ma anche in altre province nazionali. Oltre alle condotte fraudolente a danno dell’Erario e delle casse previdenziali, il sodalizio ha cagionato dolosamente il fallimento di una delle società “beneficiarie”, distraendo e dissipando circa 3 milioni di euro in pregiudizio dei creditori e continuando ad usufruire di consistenti linee di credito già concesse dalle banche.

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Ultimo aggiornamento: 17:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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