Un ristretto gruppo di volontari della Lipu impegnato da anni su alcune spiagge del Lido di Venezia per tutelare e garantire la sopravvivenza di questi uccellini, difendendo i nidi oggi presenti solo a San Nicolò da bagnanti, predatori e altri pericoli. La festa per undici esemplari che hanno spiccato il volo diretti verso le coste dell'Africa.
Undici ce l'hanno fatta.
Fratini, uccelli con tanti nemici
«Dobbiamo difendere gli uccelli e le uova da numerosi pericoli - spiega Antonio Borgo, il capo del manipolo di naturalisti - L'uomo innanzitutto che, inavvertitamente, può schiacciare le uova e disturbare la covata. E poi tutti i nemici naturali: i topi, i ricci, ghiotti di uova, i serpenti, gli uccelli predatori, come gazze e cornacchie e cani lasciati liberi sulla sabbia. Nei primi anni abbiamo subito numerose sconfitte, purtroppo abbiamo assistito a stragi di nuovi nati, perché i sistemi di difesa non erano adeguati. La prima protezione è costituita dalla recinzione dell'area per impedire gli attraversamenti, ma ovviamente, questo non basta a bloccare i piccoli predatori e gli uccelli. Ora utilizziamo dei box a maglia per coprire il nido. Il fratino riesce a passare, ma non gli animali più grossi, così le mamme possono covare abbastanza tranquillamente». L'area della spiaggia di San Nicolò è piuttosto vasta, con grande profondità sabbiosa. Una parte è attrezzata e in gestione a stabilimenti balneari, una grande porzione è spiaggia libera, molto frequentata, anche da chi arriva via mare in barca. C'è poi la splendida area dunosa, in teoria protetta da leggi che tutelano uno degli ultimi habitat di questo tipo della costa adriatica. In realtà molto (e non sempre ben) frequentata da bagnanti che preferiscono appartarsi. E i nidi sono a metà strada tra il mare e le dune. Le recinzioni, che possono avere una lunghezza anche di 300 metri, obbligano a deviazioni che i bagnanti nascosti non gradiscono. E sono frequenti i casi di scavalcamento del recinto. «Noi non possiamo fare molto, non abbiamo l'autorità per impedire questi comportamenti - racconta Borgo - Per fortuna negli anni si è formata una coscienza ecologica tra i frequentatori della spiaggia. Sono gli stessi bagnanti, o i gestori degli stabilimenti, ad intervenire se vedono comportamenti scorretti».
Da quest'anno c'è anche il supporto del Comune di Venezia che ha stipulato una convenzione con la Lipu, dando anche un piccolo contributo, e soprattutto installando cartelli per informare i bagnanti della delicatezza del luogo. Ricordando che si tratta di una Zona di protezione speciale, con precisi obblighi di rispetto delle specie protette. E il fratino è superprotetto. In Italia nidificano poche centinaia di coppie. I siti dunosi degli Alberoni e di Ca' Roman, che presentano caratteristiche simili, da tempo sono stati abbandonati dal piccolo trampoliere che si concentra a San Nicolò. Borgo presta servizio di guardia sulla spiaggia del Lido da parecchi anni. Quella per la natura è una passione che ha maturato sin da bambino. «Una parte dei pioppi e delle querce che ci sono nella zona dei bunker - racconta - li ho piantati io da ragazzo. Avevo avuto in regalo le piantine da alcuni giardinieri che stavano lavorando in un'altra zona del Lido. Ora vorremmo fare qualcosa di simile con altri ragazzi. Il progetto si chiama Mettiamo radici». Ma torniamo ai fratini. Com'è che finalmente quest'anno molti esemplari sono sopravvissuti? Borgo sorride, per lui e i suoi amici è una grande vittoria. «Ci siamo fatti furbi anche noi. Con le recinzioni e i box siamo riusciti a tutelare le covate che durano in media 27 giorni. In genere la prima covata, di 2-3 uova, avviene in maggio. Se dovesse andare male per la distruzione delle uova, la femmina ne fa una seconda con al massimo due uova. Le coppie che nidificano a San Nicolò sono in media una quindicina. Un anno abbiamo avuto ben 43 nascite, ma abbiamo perso tutti i pulcini, in gran parte preda di un gheppio che tornava tutti i giorni. Quest'anno le schiuse sono state 30. È difficile proteggere i piccoli, perché tendono a correre sulla sabbia fuori dal recinto». La grande trovata dei volontari della Lipu è stata quella di far tornare a nidificare altre specie di uccelli. In particolare beccacce e fraticelli, dette specie guardiane, perché quando arriva un predatore si alzano in volo in gruppo e sono in grado di scacciare anche uccelli più grandi. «Dal 2018 abbiamo costruito l'habitat ideale per il fraticello, posizionandone alcuni di finti realizzati con la stampante laser come richiamo. Ha funzionato. Una colonia di fraticelli, uccello molto più appariscente, diciamo più bello e più sveglio, del fratino si è stabilita nelle vicinanze della zona che chiamiamo nursery». Perchè nella turbolenta esistenza dei fratini c'è anche il problema del trasloco. Nidificano verso la zona dunosa, però per svezzare i piccoli li portano in riva al mare, vicino alla diga. Un viaggio pericolosissimo che può essere lungo anche un chilometro. I piccoli sono allo scoperto, devono sgambettare tra i bagnanti con il pericolo di essere visti dai predatori. Undici sono riusciti ad arrivare alla meta, protetti dalla contraerea dei fraticelli. E dopo circa 25 giorni dalla nascita hanno spiccato il volo. Non li attende una vita facile.