Un ristretto gruppo di volontari della Lipu impegnato da anni su alcune spiagge del Lido di Venezia per tutelare e garantire la sopravvivenza di questi uccellini, difendendo i nidi oggi presenti solo a San Nicolò da bagnanti, predatori e altri pericoli. La festa per undici esemplari che hanno spiccato il volo diretti verso le coste dell'Africa.
Undici ce l'hanno fatta. Hanno spiccato il volo dalla spiaggia di San Nicolò al Lido di Venezia. Alcuni raggiungeranno le coste dell'Africa, altri si fermeranno molto più vicino in qualche oasi lacustre, altri - è la legge della natura - finiranno tra gli artigli di qualche predatore o saranno vittime di qualche cacciatore che spara a tutto ciò che vola. I più fortunati torneranno nella prossima primavera per nidificare e riprodursi. E ricomincerà la lotta per la loro sopravvivenza. Da anni al Lido, a pochi chilometri dal red carpet della Mostra del Cinema, un manipolo di naturalisti, trascorre mesi in trincea per difendere la sopravvivenza del fratino, un uccello dall'aspetto abbastanza anonimo. È un piccolo trampoliere, che predilige gli habitat umidi, in riva al mare, vicino a zone dunose. Il Lido e Pellestrina avrebbero le caratteristiche ideali per il soggiorno estivo, ma l'antropizzazione delle due isole ha ridotto gli spazi vitali per questo uccello che ama nidificare sulla sabbia, dove i bagnanti invece, amano stendere gli asciugamani e piazzare gli ombrelloni. Convivenza impossibile. Le uova rischierebbero di finire schiacciate. E qui interviene la task force della Lipu, la Lega italiana per la protezione degli uccelli. Un gruppetto ristretto di volontari che passano mesi a difendere i nidi. Sono così pochi che possiamo fare l'appello: Antonio Borgo, 49 anni, naturalista lidense con master in gestione faunistica e responsabile del progetto di conservazione del fratino, Stefano Castelli, fotografo che lavora all'Università di Padova, Maria Giovanna Mitri, specializzata in didattica ambientale, e Marcello Rossani, un arzillo ottantenne, più qualche volontario occasionale.
Fratini, uccelli con tanti nemici
«Dobbiamo difendere gli uccelli e le uova da numerosi pericoli - spiega Antonio Borgo, il capo del manipolo di naturalisti - L'uomo innanzitutto che, inavvertitamente, può schiacciare le uova e disturbare la covata. E poi tutti i nemici naturali: i topi, i ricci, ghiotti di uova, i serpenti, gli uccelli predatori, come gazze e cornacchie e cani lasciati liberi sulla sabbia. Nei primi anni abbiamo subito numerose sconfitte, purtroppo abbiamo assistito a stragi di nuovi nati, perché i sistemi di difesa non erano adeguati. La prima protezione è costituita dalla recinzione dell'area per impedire gli attraversamenti, ma ovviamente, questo non basta a bloccare i piccoli predatori e gli uccelli. Ora utilizziamo dei box a maglia per coprire il nido. Il fratino riesce a passare, ma non gli animali più grossi, così le mamme possono covare abbastanza tranquillamente». L'area della spiaggia di San Nicolò è piuttosto vasta, con grande profondità sabbiosa. Una parte è attrezzata e in gestione a stabilimenti balneari, una grande porzione è spiaggia libera, molto frequentata, anche da chi arriva via mare in barca. C'è poi la splendida area dunosa, in teoria protetta da leggi che tutelano uno degli ultimi habitat di questo tipo della costa adriatica. In realtà molto (e non sempre ben) frequentata da bagnanti che preferiscono appartarsi. E i nidi sono a metà strada tra il mare e le dune. Le recinzioni, che possono avere una lunghezza anche di 300 metri, obbligano a deviazioni che i bagnanti nascosti non gradiscono. E sono frequenti i casi di scavalcamento del recinto. «Noi non possiamo fare molto, non abbiamo l'autorità per impedire questi comportamenti - racconta Borgo - Per fortuna negli anni si è formata una coscienza ecologica tra i frequentatori della spiaggia. Sono gli stessi bagnanti, o i gestori degli stabilimenti, ad intervenire se vedono comportamenti scorretti».
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