Denunciò il piano pandemico, Francesco Zambon assunto dall'Ulss 2 di Treviso

"Una vittoria poter lavorare per la mia terra"

Lunedì 2 Maggio 2022
Denunciò il piano pandemico, Francesco Zambon assunto dall'Ulss 2 di Treviso
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TREVISO - Si era definito un «pesce piccolo» che si era messo contro i «potenti» della sanità nazionale, svelando l'arretratezza del piano pandemico nazionale, alla vigilia della pandemia da Covid-19.

Si era visto dapprima canzonato, poi allontanato dal suo lavoro all'ufficio Oms di Venezia. Dopo due anni, il dottor Francesco Zambon torna al suo lavoro di medico, entrando con un concorso nell'Azienda sanitaria Ulss n.2 di Treviso. E si occuperà della sua materia, affiancando il direttore sanitario, Stefano Formentini, nella gestione del piano pandemico 2021-2023. Ad annunciarlo oggi il direttore generale dell'Ulss, Francesco Benazzi, aggiungendo che Zambon «sarà sempre utilizzato a livello di direzione per una serie di progettualità che andremo a svolgere nel tempo, a cominciare dall'educazione alla salute».

«Un vanto lavorare per la mia terra»

«Ho affrontato una selezione, la prova era andata bene, ma non so molto altro al momento. A parte il fatto che sono molto contento, perché sono un frutto di questa terra e per me è un vanto, è una vittoria poter lavorare qui, dopo 15 anni di lavoro internazionale», spiega Francesco Zambon.  «Ogni giorno c'è qualcosa che mi riporta indietro», sono le uniche parole che riserva a quel che è successo. Per il resto, guarda alla prossima parentesi che si apre e su cui non vuole aggiungere molto: «Ho imparato, in questi 23 anni di carriera che ho alle spalle, ad approcciarmi alle cose con umiltà. Farò quello che mi viene detto di fare con spirito di servizio per l'azienda in cui lavorerò», dice soltanto, rimarcando il legame con la sua terra: «Le mie radici sono venete, qui ho studiato in una facoltà di Medicina che ha una storia importante e mi ha dato maestri illustri, qui ho fatto il dottorato. Sono andato all'estero per alcuni anni in Usa e Svezia, e - di nuovo - sono tornato qui». «Non vedo l'ora di poter mettere a disposizione di questo territorio me stesso e l'esperienza che ho accumulato nel mio percorso di vita e lavoro», conclude l'ex funzionario Oms, che è rimasto «colpito dalla solidarietà ricevuta da tante persone». 

Chi è Zambon

Di origine trevigiana, Zambon aveva iniziato nel 2008 a lavorare per l'Organizzazione Mondiale della Sanità, a Mosca e poi a Venezia, dove era coordinatore della risposta Covid, fino alle sue dimissioni nel marzo 2021. Nel febbraio 2020, proprio nei giorni in cui il carnevale veniva interrotto bruscamente per la pandemia, Zambon ebbe l'incarico di coordinare le informazioni dall'Italia sul Covid-19, per provare a capire cosa stesse accadendo nel nostro paese, con contagi e morti. L'11 maggio il rapporto era stato approvato dai vertici dell'Oms, ma il 13 maggio venne ritirato, per presunte «inesattezze». La principale ragione, emersa in seguito, sarebbe stata la scoperta che il piano pandemico italiano non veniva aggiornato dal 2006, ed era del tutto inadeguato a fronteggiare l'ondata del nuovo virus. Seguirono polemiche, soprattutto con Ranieri Guerra, direttore vicario dell'Oms ed ex direttore generale della Prevenzione al Ministero della Salute, e anche prese di posizione in campo scientifico e politico, che hanno lambito lo stesso Ministero della Salute nel pieno della lotta per arginare la pandemia, e che infine portarono ad allontanare Zambon dall'ufficio veneziano e dalla stessa Organizzazione. La vicenda viene raccontata da un libro, il cui titolo è appunto «Il pesce piccolo».

Ultimo aggiornamento: 20:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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