Ferì il ladro, fiaccolata sotto il carcere per sostenere Onichini. Salvini: «Andrò a trovarlo»

Mercoledì 15 Settembre 2021 di Emanuele Compagno
Walter Onichini
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CAMPONOGARA (VENEZIA) - Un flash mob sarà organizzato sabato sera alle 20 di fronte al carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia da un gruppo di cittadini che vuole far sentire la sua vicinanza a Walter Onichini, ritenendo il suo arresto un'ingiustizia. Di fronte al carcere si incontrerà un gruppo di persone che, nel corso di questi anni, sono state vicine all'uomo che si trova in carcere per aver ferito un ladro nel cortile della sua abitazione, anche aprendo una pagina Facebook dove postano le loro opinioni e i loro messaggi. Nell'occasione mostreranno le magliette che hanno creato per Walter e i cartelli per comunicare la loro indignazione per questo arresto e la forza che vogliono trasmettergli.
Sostegno che arriva anche dal segretario della Lega, Matteo Salvini. Tramite i social ha espresso il suo pensiero sull'incarcerazione del macellaio veneto in modo molto drastico e sintetico: «Vergogna!». E in calce, una promessa: «Andrò a trovarlo in carcere».
Sara Scolaro, la moglie di Walter Onichini, si è chiusa nel suo silenzio e nel suo dolore. In questi giorni ha espresso i suoi sentimenti ad Annalisa Zangrando, una delle amiche che fa parte del gruppo a sostegno di Walter. «Non posso immaginare mio marito chiuso all'interno del carcere ha detto Sara all'amica è un uomo amante della natura e dei suoi cavalli. Per lui è ancora più tragica questa situazione perché è abituato a stare all'aria aperta insieme ai suoi animali. È stato portato via come un delinquente dopo nove anni». Sara ha poi espresso la sua preoccupazione anche perché si ritrova da sola a gestire la famiglia, i figli, la fattoria, le loro proprietà. La donna è rimasta nella sua abitazione di via Ca' Diedo a Calcroci di Camponogara e non vuole parlare.
È sconfortata non soltanto per una giustizia che le appare incapace di distinguere il bene dal male, ma anche per la sfiducia nei confronti del sistema, anche quello mediatico che non le è apparso obiettivo nel valutare quando successo al marito. La manifestazione era inizialmente prevista a Padova in quanto era stato, in prima battuta, comunicato alla famiglia che Walter veniva condotto al due palazzi. Annalisa, però, racconta di aver ricevuto una telefonata direttamente dalla questura di Padova che la informava del trasferimento dell'uomo al carcere di Venezia. Lì si troverebbe anche isolato per ragioni di sicurezza e per evitare che connazionali del ladro all'epoca colpito possano attuare forme di violenza nei suoi confronti. «Noi tutti spiega Annalisa - ci stiamo muovendo con discrezione e disponibilità verso questa famiglia, fatta di persone tenaci e gran lavoratori. Walter e la moglie hanno i calli sulle mani, sono persone dedite al lavoro, oneste e sempre in pace con gli altri. Vogliamo dimostrare che Walter è uno di noi, una persona perbene, un galantuomo che semplicemente ha reagito ad un'aggressione nella sua proprietà, impaurito dagli individui che gli erano entrati in casa. Noi ci siamo mossi anche per altre vittime, ma sempre in accordo con i loro avvocati. Noi ci muoviamo con la nostra visibilità sui Facebook e, a volte, anche i giornali ci seguono. Siamo tanti, anche se siamo tutti piccoli. Sara è una piccola imprenditrici, entrambi hanno le spalle enormi, sono forti, nel cuore hanno amore e si tirano sempre su le maniche».

Significative le parole della mamma di Walter sulla pagina Facebook a lui dedicata. «Me l'hanno portato via scrive la donna come un delinquente.

I miei occhi sono gonfi e cupi, il cuore sanguina, la mia anima sobbalza, la testa scoppia. Sono senza parole, senza fiato ma tanta rabbia verso un mondo sporco e vigliacco. I giornalisti che suonano al nostro campanello vadano a Roma e prendano appuntamento con la Corte Suprema». E poi il ricordo verso Walter e la famiglia. «Da quando sei nato dice la mamma ho sempre pensato che qualsiasi cosa ti fosse successa sempre e comunque io ci sarei stata. Solo il pensiero di una lontananza forzata ingrata è ingiusta mi demolisce. Nessuno potrà abbattermi perché per te, per i tuoi figli, per la grande Sara io sarò forte. I nostri cuori, i nostri pensieri e le nostre emozioni, noi li incroceremo. Io sarò una leonessa vecchia, stanca, ferita, umiliata. Ma sai bene che sono una combattente e non perderò occasione per dimostrarlo. Piangerò, pregherò, bestemmierò, cadrò ma mi rialzerò, con le ginocchia rotte, le braccia spezzate, il cuore a pezzi, ma mi rialzerò».

Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 12:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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