Fincantieri, la Procura: 31 indagati per sfruttamento e corruzione. Chi sono, le accuse le la difesa

Martedì 16 Novembre 2021 di Gianluca Amadori
Lo stabilimento Fincantieri di Porto Marghera

VENEZIA - La Procura di Venezia non ha dubbi: alla Fincantieri di Porto Marghera era in atto una prassi consolidata di sfruttamento dei lavoratori stranieri e un numero consistente tra dipendenti, funzionari e dirigenti si è fatta corrompere dalle imprese subappaltatrici attraverso somme di denaro e costosi regali.
È quando emerge dalle indagini condotte dal pm Giorgio Gava che, la settimana scorsa, ha chiuso gli accertamenti con il deposito degli atti, la procedura che precede la richiesta di rinvio a giudizio. Sotto accusa figurano ben 31 indagati, di cui 15 dipendenti della Fincantieri, azienda che a sua volta viene chiamata in causa, assieme a 15 ditte subappaltatrici, ai sensi della legge 231 del 2001 che prevede la responsabilità penale delle società che non attuano misure adeguate a prevenire reati commessi dai propri dipendenti. È la prima volta che un’azienda pubblica delle dimensioni e dell’importanza di Fincantieri finisce sotto accusa per un reato odioso come lo sfruttamento dei lavoratori.


LA DIFESA
I legali degli indagati avranno tempo 15 giorni per depositare memorie difensive o per chiedere l’interrogatorio; poi spetterà alla Procura il compito di tirare le fila dell’inchiesta e decidere se vi sono elementi per chiedere il processo per tutti.
A dieci dipendenti Fincantieri viene contestato il concorso nell’articolo 603 bis del codice penale, ovvero lo sfruttamento dei lavoratori della Venice Group e Naval Welding srl, impiegati in subappalto per la costruzione delle grandi navi e costretti a lunghi orari di lavoro per paghe molto basse. Si tratta di Carlo De Marco, 74 anni (Trieste), Alessandro Ganzit, 43 anni (Tavagnacco, Udine), Vito Cardella, 45 anni, (Palermo) e Massimo Stefani, 50 anni (Fiesso d’Artico, Venezia), tutti della Direzione navi mercantili; Luca De Rossi, 52 anni (Mira, Venezia) e Francesco Ciaravola, 52 anni (Castellamare di Stabia, Napoli), dell’Ufficio controllo produzione di Marghera; Antonio Quintano, 54 anni (Mira, Venezia), direttore dello stabilimento di Marghera; Andrea Bregante, 44 anni, (Genova), responsabile dell’Ufficio acquisti a Castellammare; Matteo Romeo, 50 anni (Morgano, Treviso) e Mauro Vignoto, 51 anni (Spinea, Venezia), dell’Ufficio controllo conformità di Marghera. A De Marco, Cardella, De Rossi, Bregante, Romeo e Vignoto è contestata anche la violazione dell’articolo 2635 del codice civile (corruzione tra privati), che prevede pene fino a sei anni di reclusione. Per lo stesso reato sono indagati un architetto di Costa crociere, Massimiliano Lo Re, 51 anni, (Carrara) e altri 5 dipendenti Fincantieri: Matteo Amato, 48 anni (Chioggia), Alberto Scarpa, 47 anni, (Morgano), Michele Bellunato, 49 anni (Mira), Michele Vianello, 48 anni (Chioggia) ed Enrico Beltrame, 48 anni (Porto Viro).
Per sfruttamento dei lavoratori sono indagati i consulenti del lavoro Bruno, 71 anni, e Angelo Di Corrado, 49, (che hanno collaborato con la Procura) assieme agli imprenditori bengalesi Suhag Ali Md, 36 anni, e Nayon Ali Md, 39, di Venice Group e Naval Welding.

Suhag ha già patteggiato un anno e otto mesi di reclusione lo scorso settembre; nella stessa udienza è stato rigettato il patteggiamento a Nayon: 12 mesi sono stati considerati pena non congrua.


CORRUZIONE TRA PRIVATI
Suhag e Nayon adesso sono accusati di corruzione tra privati per regali e soldi finiti ai dipendenti Fincantieri. E con loro altri 11 imprenditori, parte dei quali bengalesi: Kumruzzaman Bhuiyan Atm, 49 anni (società Gold Bengol), Mohammad Shafique 45 anni (Gazi e Cnb srl), Rabiul Hasan, 44 (Naval Welding e Sis srl) e Faruq Hossain, 40 (Naval Welding), tutti di Mestre; Francesco Zullo, 61, di Villadose (Ro Weldint it srl); gli abanesi Valmir Sykaj (H&S Marine e Evs Consorzio), 39 anni, Valmira Sufaj 39 e Gezim Sufaj, 50, (Al Service e Carpent Marine) tutti di Mestre; i pugliesi Lorenzo Palazzo, 53 anni (Shipbuilding enterprise), Andrea Palazzo, 26, e Maria Vinci, 53 (S&A srl).
L’inchiesta prese il via nel 2018 con l’arresto di Suhag Ali Md, il quale iniziò a collaborare con la Guardia di Finanza. Lo scorso anno furono arrestati alcuni imprenditori albanesi (sui quali la Procura sta proseguendo gli accertamenti) ed emersero i presunti atti di corruzione: regali di orologi, computer, vacanze e il versamento di somme comprese tra 1000 e 2500 in cambio del rinnovo dei subappalti o di favori di altri tipo. Presto gli indagati avranno la possibilità di difendersi di fronte ad un giudice.

Ultimo aggiornamento: 17:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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