MESTRE - Liberi perché la Procura non ha trasmesso al Tribunale del riesame il fascicolo che li riguardava entro il termine previsto di cinque giorni. A quel punto i giudici non hanno potuto far altro che dichiarare l’«inefficacia» della misura cautelare che, a fine luglio, aveva portato in carcere Ergin Gasi e Ehran Gasi, due cugini 31enni di origine serba, accusati di aver picchiato brutalmente e tentato di rapinare un giovane “rider” pachistano impegnato nella consegna a domicilio delle pizze.
Il fatto era accaduto, una sera di inizio aprile, in pieno centro a Mestre.
LE INDAGINI E L’ARRESTO
Facce note nel rione Piave, quelle dei due cugini. A loro i carabinieri del Nucleo operativo di Mestre erano risaliti sulla base del racconto del giovane aggredito e di alcuni testimoni. Particolarmente odiosa la dinamica della tentata rapina: il “rider” era stato fermato, fatto scendere dalla bicicletta e preso a pugni, calci alla schiena e schiaffi con l’obiettivo di rubargli la borsa delle pizze e soprattutto il marsupio con l’incasso delle consegne già effettuate. A sventare il colpo, la presenza di qualche passante che aveva visto la scena, urlato e chiamato i carabinieri che in breve tempo si erano precipitati sul posto. All’arrivo della gazzella dell’Arma, i malviventi si erano dileguati. Mentre il “rider” era dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso, dove aveva fornito i primi elementi utili a rintracciare i suoi aggressori.
LA DIFESA E LA SCARCERAZIONE
Arrestati per lesioni aggravate e tentata rapina, i due cugini hanno sempre negato il loro coinvolgimento. A fare tutto sarebbe stato un loro conoscente, 17enne, per cui sta procedendo il Tribunale dei minori. Sua sarebbe stata l’iniziativa di aggredire il “rider”, mentre i cugini avrebbero cercato di bloccarlo, sempre nella loro ricostruzione, sostenuta durante l’interrogatorio di garanzia. L’accusa, in quella sede, aveva portato la testimonianza di una passante. E al temine il giudice per le indagini preliminari aveva confermato le misure. Non soddisfatto, il difensore dei due cugini, l’avvocato Giuseppe Vio, era ricorso al Tribunale del riesame. Entro 5 giorni, la Procura avrebbe dovuto trasmettere il fascicolo. Non è arrivato. Così i due cugini sono tornati in libertà.
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