Crac Mio, case sottratte al fallimento: a giudizio gli imprenditori titolari dell'attività

Martedì 7 Giugno 2022 di Cristina Antonutti
L'azienda Mio
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PORTOGRUARO - Una famiglia di imprenditori a giudizio per dei beni immobili che sarebbero stati sottratti al fallimento della Immobiliare Dino Mio snc di Portogruaro attraverso la creazione di un trust e il trasferimento delle proprietà a una società bulgara.

Secondo la Procura di Pordenone, l'operazione sarebbe stata ideata da un avvocato di Modena, pure imputato. Ieri il gup Rodolfo Piccin, dopo essersi pronunciato su un'eccezione della difesa, ha ritenuto che la vicenda debba essere chiarita in dibattimento per i diversi membri della famiglia di imprenditori portogruaresi e per il legale Alessandro Bitonti, 49 anni, originario di Modena. Il processo comincerà il 14 ottobre.

GLI ACCUSATI
Sono chiamati a difendersi Giuseppe Mio, 69 anni, Francesco Mio (64) e - posizioni marginali, come specificato dalla difesa rappresentata dagli avvocati Roberto Ghini e Carlo Ricci Barbini - i familiari Daniela Vivan (70), Egle Nigris (59), Elena Mio (38), Andrea Mio (35), Alessandra Mio (42) e Paolo Mio (35). L'avvocato Ghini aveva insistito affinché fosse dichiarato il non luogo a procedere per quei membri della famiglia che non avrebbero avuto alcun ruolo nella vicenda.
All'attenzione della Procura, tra il 2015 e il 2017, erano stati portati all'attenzione quattro procedimenti fallimentari. L'imputazione principali riguarda la presunta distrazione di beni dell'Immobiliare Dino Mio, crac dichiarato il 17 novembre 2016. Secondo la Procura, sarebbe stato l'avvocato Bitonti a suggerire la creazione del Mio Trust (ottobre 2014), attraverso il quale i beni, una decina di appartamenti di proprietà a uso abitazione, sarebbero passati alla bulgara Yaz Srl di Sofia. A Francesco Mio si contesta di aver distratto, sempre a favore della Yaz Srl, il capannone industriale che si trova in via Montecassino a Summaga. Il trasferimento del bene sarebbe avvenuto senza incassare le 15 rate concordate per arrivare al corrispettivo pattuito di 400mila euro.

SOCIETÀ PARTECIPATE
A Francesco e Giuseppe Mio, inoltre, si contesta una distrazione di 7,5 milioni di euro mediante operazioni di prelevamento soci o di finanziamento in favore delle società partecipate, che sono la Industria Mio Dino Srl, Mio Dino Interior Design Srl e Immobiliare Dgf. Ai due, in concorso con Bitonti, si contesta di aver distratto showroom e magazzino della fallita Mio Dino Interior Design Srl (28 maggio 2015) per 605mila euro.

BANCAROTTA
All'imputazione di bancarotta fraudolenta si aggiunge una fattispecie semplice per la distrazione di 155mila euro a favore della Nimio Srl per l'acquisto della partecipazione nella Faram Spa. Infine, per il solo Francesco Mio si ipotizza un aggravamento del dissesto della Veneto Real Estate Srl (110mila euro), il cui crac risale al 1. giugno 2017, e di aver occultato scritture contabili della Immobiliare Dgf Srl, fallita il 20 settembre 2016.

 

Ultimo aggiornamento: 11:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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