Il falconiere ucciso anche da un batterio, 12 medici indagati

Domenica 23 Gennaio 2022 di Luisa Giantin
Ivan Busso
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MALCONTENTA - Ivan Busso, il falconiere di 42 anni di Malcontenta morto il 1 gennaio del 2021 fu vittima del Covid ma morì per un infezione da Acinetobacter, un batterio residente agli antibiotici.

A stabilirlo la perizia autoptica depositata nei giorni scorsi e disposta dalla Procura di Venezia che ha aperto un procedimento penale.

La vicenda del falconiere è stata ricordata ieri sera nella trasmissione “Mi Manda Rai tre” nell’ambito dell’inchiesta sul tema: “Antibiotico resistenza, la pandemia silenziosa”. La morte di Ivan, dalla vitalità trascinante e vulcanica, che aveva fatto della sua passione per i falchi un lavoro collaborando anche con troupe cinematografiche e importanti aziende, aveva destato molto scalpore. La morte dell’uomo che non soffriva di alcuna patologia pregressa era sopraggiunta dopo la sua negativizzazione dal Covid, quando era già stato estubato ed era in via di guarigione dal terribile virus. Non solo. Il focolaio famigliare di cui era stato vittima Busso aveva provocato la morte per Covid, nell’arco di tre settimane anche dei genitori del quarantaduenne Gina Smerghetto, 65anni, e Gianni, 72 anni di Malcontenta.

“Le cure per il Covid avevano avuto effetto - ha raccontato Elena Borella la moglie di Busso in trasmissione al giornalista di “Mi Manda Rai Tre” Stefano Maria Sandrucci - Dall’ospedale mi hanno chiamato dicendomi che si era svegliato, avevano tolto la sedazione, e lui ha subito voluto sapere della nostra bambina. A un certo punto però mi hanno riferito che Ivan aveva contratto una sovra infezione batterica ed era presente un batterio molto resistente agli antibiotici, l’Acinetobacter. Mio marito era sanissimo, non aveva nessun problema, il batterio l’ha preso durante l’intubazione, me l’hanno confidato gli stessi medici. Inizialmente mi avevano rassicurata, ma la sera del primo gennaio mi hanno chiamato per dirmi che non c’era più”.

La donna si è rivolta a Studio3A-Valore Spa ed ga presentato un esposto alla Procura per far luce sulla morte del marito. Al momento 12 medici risultano formalmente iscritti nel registro degli indagati e il mese scorso sono state presentate le conclusioni dei periti incaricati che hanno certificato come Iva Busso sia “deceduto per insufficienza respiratoria acuta secondaria ad estesa fibrosi endo-alveolare da danno alveolo-capillare correlato a Sars Cov-2 e a polmonite batterica in sepsi da infezione da Acinetobacter Baumannii” un batterio molto resistente agli antibiotici. La parola ora passerà all’Autorità giudiziaria per verificare come mai il paziente, così pesantemente debilitato dal virus non sia stato protetto adeguatamente dall’infezione batterica. Si stima che ogni anno in Italia siano oltre diecimila i decessi causati da batteri resistenti agli antibiotici. 

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