L’ex malteria adriatica: ecco "l'hotel" dei facchini abusivi

Domenica 9 Settembre 2018 di Davide Tamiello
L’ex malteria adriatica: ecco "l'hotel" dei facchini abusivi
MESTRE - Ai piani ci sono le stanze migliori. Ricavate da ex uffici e arredate con letti rialzati, tappeti, poltroncine in pelle e tendine separé. All’aperto, invece, gli alloggi per gli amanti dell’aria aperta: area tende, zona bagno, griglie e cucina per fritti e barbecue. Detta così, sembrerebbe la descrizione di un villaggio vacanze, e in effetti le fattezze dell’hotel ci sono tutte. Abusivo e pericolante, ma pur sempre di struttura ricettiva si parla. Siamo nell’ex malteria adriatica di via Banchina dell’Azoto, chiusa ormai dal 1991, diventata ormai il ricovero per i portabagagli abusivi della stazione. Ne ospita, a turno, più o meno una trentina. Il loro hotel, però, è destinato a chiudere i battenti a breve: la fabbrica abbandonata, 11mila metri quadrati di architettura post industriale decadente, è stata acquistata da un privato e rientra in un progetto di riqualificazione. Le ruspe e le gru, entro un mese, partiranno con la demolizione. 
PUNTO DI RIFERIMENTO
I porter di questo gruppo sono fondamentalmente romeni, con il tempo si sono ritrovati con meno lavoro e meno spazio: in centro storico c’è già la concorrenza dei bengalesi, in città i posti dove trovare un alloggio in cui dormire sono sempre meno. Tra le zone riqualificate e quelle perennemente sgomberate, sono costretti a cambiare costantemente. L’ex deposito Actv non esiste più, il cavalcavia di Mestre è diventato off limits, gli stabili abbandonati come l’ex Monteverdi di via Ulloa, il polo direzionale San Leonardo dietro la stazione e l’ex falegnameria Rosso di via Giustizia, solo per citare quelli più noti, sono diventati il punto di ritrovo dei tossicodipendenti. Un profilo di persone che difficilmente può convivere con loro che, di fatto, con la droga hanno decisamente poco a che fare. 
HOTEL FANTASMA
Si accede all’ex malteria dal cancello scorrevole. Catene e lucchetti non sono bastarli: per ogni barriera c’è il tronchese giusto. All’ingresso del cortile cumuli di biciclette abbandonate da una parte, immondizia generica dall’altra. Ci sono le tende verso il sole, e ci sono quelle riparate sotto la tettoia, dove si trovano anche le griglie per la cena. Intorno a mezzogiorno ci sono solo un paio di uomini: «Gli altri? Adesso sono al lavoro, in stazione». Chi a Mestre, chi a Venezia. Prima lo facevano sul ponte di Calatrava, alternando il servizio abusivo a veri e propri tentativi di estorsione. Più o meno, il sistema è lo stesso anche ai binari. La struttura principale dell’ex fabbrica, su più piani, ha diverse aree dedicate. C’è quella per stendere i panni, c’è quella per gli animali. Le gabbie ci sono, ma sono vuote. «In passato - spiegano dalla polizia locale - abbiamo sequestrato dei veri allevamenti di galli che venivano utilizzati per i combattimenti clandestini». C’è l’area relax, con vista sulla laguna. E ci sono le stanze. Protette, alcune con una struttura in legno come delle casette da interno. Altre, invece, dalle sale abbandonate. Una, in particolare, è un vero e proprio gioiellino. Il letto è perfettamente rifatto, con panni piegati e cuscini ai piedi. Poltroncina in pelle e un lettino più piccolo in parte, probabilmente per un bambino. 
STRUTTURA PERICOLANTE
È evidente che non è solo una questione di degrado. Perché quell’edificio è in condizioni estremamente critiche, il rischio crolli è altissimo. Per non parlare dei piani completamente compromessi, a decine di metri di altezza, con buche e voragini, vere e proprie trappole per chi, tra quello scheletro architettonico, si aggira anche di notte. Durerà ancora per 45 giorni: la municipale preparerà una due giorni di maxi sgomberi, prima di dare il via libera alle operazioni di demolizione. E gli abusivi, ancora una volta, dovranno trovarsi una nuova casa.
Ultimo aggiornamento: 10 Settembre, 14:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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