VENEZIA - Non c’è spazio per l’ipotesi di un’avaria al motore nell’informativa che ieri sera il comando di polizia locale di Venezia e la capitaneria di porto hanno spedito in procura dopo i primi approfondimenti sull’incidente dell’idroambulanza del Suem che sabato, poco dopo le 16.30, è letteralmente volata sopra la passerella dell’imbarcadero Actv dell’ospedale Civile distruggendo un corrimano. Le ipotesi principali messe nero su bianco dalla polizia locale e dalla capitaneria di porto parlando di un errore umano o di una fatalità che solo per un gioco benevolo del destino non si è trasformato in tragedia: se il pontile Actv del Santi Giovanni e Paolo avesse ospitato persone in attesa del vaporetto, per loro non ci sarebbe stato scampo.
Cosa sia successo in dettaglio è quello che polizia e capitaneria vogliono capire. Il punto di partenza c’è: ciò di cui municipale e capitaneria sono quasi certi, dopo un primo giro di testimonianze e uno sguardo alle immagini si sorveglianza, è che il guasto tecnico non sia da prendere in considerazione nella ricostruzione. E tanti sono gli aspetti su cui si stanno muovendo gli investigatori: perché l’idroambulanza era accesa? Chi era a bordo e chi non lo era, magari dovendo esserci? Qual era la procedura da eseguire? Le risposte arriveranno da più fronti: prima una perizia sulla stessa imbarcazione, poi l’analisi delle telecamere di sicurezza della zona daranno il quadro completo dei fatti, così come le testimonianze raccolte in queste ore anche tra il personale del Suem diranno chi fosse sulla barca e come mai il tutto sia potuto succedere. La barca arrivava dalle Fondamente Nove: le linee 4 e 5 erano passate da poco e la passerella era deserta. L’idroambulanza, arrivata a gran velocità, ha colpito una barchetta ormeggiata davanti alla passerella che ha fatto da rampa per il motoscafo del Suem, atterrato oltre il pontile.