MIRANO - L’agenzia di riscossione (ex Equitalia) gli aveva notificato quelle sette cartelle esattoriali per un totale di 40mila euro per un credito maturato da Inail e Inps. M.B., però, imprenditore miranese, ritenendo di non doverle pagare si era opposto e l’agenzia, per tutta risposta, a gennaio aveva bloccato il suo patrimonio per pignorarlo. A quel punto l’uomo si era rivolto a un legale, l’avvocato Federico Veneri, per ricorrere contro al provvedimento. La battaglia in tribunale aveva avuto, come principale terreno di confronto, i tempi. Secondo M.B., infatti, le cartelle esattoriali erano state presentate oltre 5 anni di distanza dal presunto mancato versamento dei contributi: come sostenuto davanti al giudice dall’avvocato Veneri, quindi, dovevano essere prescritte. Di diverso avviso i legali dell’ex Equitalia, che sostenevano che il termine della prescrizione fosse di dieci anni e che quindi quel denaro dovesse essere versato nelle casse di Inps e Inail.
Il giudice ha dato ragione all’imprenditore («l’eccezione di prescrizione era ab initio pienamente fondata, risultando ampiamente superato il termine quinquennale») e ha annullato le cartelle, oltre a condannare l’agenzia al pagamento delle spese legali (oltre cinquemila euro). Una sentenza che potrà tornare utile anche in futuro, nel caso di nuove richieste di pagamento oltre il termine dei cinque anni: la decisione del giudice, infatti, è destinata a fare giurisprudenza sull’argomento.
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