Accise non dovute sull'energia, valanga di cause in arrivo dalle imprese

Martedì 7 Aprile 2020 di Elisio Trevisan
Accise non dovute sull'energia, valanga di cause in arrivo dalle imprese
MESTRE - C’è un tesoretto di milioni di euro che giace nelle casse del Fisco e che i cittadini possono andarsi a prendere con una semplice causa civile. Semplice, in questo caso, non è una presa in giro perché non si tratta di una causa che richiede testimonianze, accertamenti, indagini ma è sufficiente aver conservato le bollette di pagamento. Di cosa si tratta? Delle accise che per un po’ di anni i gestori dei servizi di distribuzione di energia elettrica hanno fato pagare a tutte le utenze, tranne quelle domestiche. Parliamo di amministrazioni pubbliche come il Comune di Venezia, di aziende municipalizzate ma anche di imprese private, di piccola, media e grande dimensione.

È successo che prima la Corte di giustizia europea ha dato ragione ad alcune società che vi si erano rivolte, e poi si è accodata pure la Corte di Cassazione, per cui dal 2012 l’accisa è stata tolta: si tratta di cifre nell’ordine del 10% dei consumi energetici di ogni anno più l’Iva relativa. Da quel momento chiunque può fare causa e pretendere la restituzione dei soldi perché, secondo la Corte europea e la Cassazione si trattava di una seconda imposta sui consumi, e va bene che in Italia ci sono più tasse che lumini accesi nelle chiese ma quando si esagera si esagera.
 

Accise bollette, come chiedere i soldi indietro

Per avere i soldi indietro, dunque, basta seguire cosa stabilisce la Cassazione e cioè che dev’essere una causa civile perché la materia non è tributaria, anche se si tratta di un tributo: la lite, infatti, è tra chi ha consumato energia elettrica e chi gliel’ha fornita e non è competenza dei Tributi ma del giudice ordinario civile la cui istruttoria sarà, appunto, molto semplice perché basterà produrre le ricevute delle bollette pagate.

Di quanto si sta parlando? «Da noi sono venute persone con crediti di 20 mila euro e altre di 1 milione e mezzo di euro per ogni anno – spiega l’avvocato Loris Tosi che guida lo studio di commercialisti e tributaristi di Mestre - Abbiamo una media tra i 70 e gli 80mila euro di richieste, e in questo range ci sono i piccoli con poche decine di migliaia di euro, i grandi con milioni e i medi con 300 o 400 mila euro per i due anni considerati. Per tutti quel che conta innanzitutto è interrompere la prescrizione con la massima sollecitudine». Chi può affrontare la causa? «Chiunque abbia pagato l’accisa e la relativa Iva negli anni 2011 e 2012. Prima no perché ormai è caduto tutto in prescrizione e dopo neanche perché l’accisa è stata abrogata in seguito alle sentenze europea e italiana».

Adesso è tutto fermo per coronavirus, e quindi anche l’attività giudiziaria è ridotta all’osso ma, appena superata l’emergenza sanitaria, gli avvocati potranno tornare alla carica e non a caso molte aziende e società si sono già rivolte ai legali per impostare le pratiche dato che in questo periodo di bilanci azzerati, qualsiasi somma fa comodo.
 

Accise Elen e fornitori energia elettrica

Oltretutto non si tratta solo dell’Enel ma di qualunque fornitore di energia elettrica. A Tosi alcune di queste aziende hanno già risposto che non avrebbero alcun problema a restituire le somme delle accise ma che non possono farlo perché le hanno già riversate allo Stato. «Questo, però, mi sembra solo un problema di lana caprina – commenta Tosi - Semplicemente farà nascere il credito dell’Enel o di qualsiasi altro gestore nei confronti dell’erario, ma intanto l’Enel e gli altri devono restituire i soldi».

Visto che si tratta di soldi, e più grande è l’azienda più è l’ammontare, l’assessore alla gestione del Patrimonio, Renato Boraso, ha avviato assieme a i vertici di Avm e dei Lavori pubblici uno screening all’interno del Comune e delle partecipate, verso la stessa Avm, Veritas e anche con società come il Vega e tutte quelle che hanno costi elevati di energia, per capire come muoversi per recuperare i soldi.
Ultimo aggiornamento: 22:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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