Acqua salata a 30 kim dal mare, agricoltura al collasso: «Costretti a bloccare le pompe»

Martedì 5 Luglio 2022 di Teresa Infanti
Emergenza siccità
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PORTOGRUARO - Ancora una settimana, massimo dieci giorni, senza pioggia e poi per l'agricoltura del Veneto orientale sarà emergenza totale.

Anche il territorio compreso tra Piave e Tagliamento sta vivendo le conseguenze delle forti carenze di precipitazioni registrate nei primi mesi dell'anno.

IL FABBISOGNO
Su scala comprensoriale, il deficit pluviometrico finora raggiunto, rispetto alla media del periodo, è di circa 300 millimetri. Ciò determina una condizione di siccità su tutta la rete dei fiumi e canali ed accentua l'intrusione del cuneo salino, già evidente dallo scorso mese di maggio. «Il livello di salinità delle acque deve tenersi sotto il valore di 2mila microsiemens per centimetro - spiega il direttore del Consorzio di bonifica, Sergio Grego - Oggi il cuneo salino, l'avanzamento dell'acqua del mare, è stato registrato a 30 chilometri. La presa a Fossalta di Piave, che è a 25 chilometri dal mare, non viene infatti utilizzata perché l'acqua è troppo salata. Alla presa del Cavrato a San Michele al Tagliamento si registrano valori medi negli ultimi 40 giorni superiori ai 5mila microsimens per centimetro».

ECCESSO DI SALINITÀ
Valori importanti di conducibilità elettrica superiore ai 2mila microsimens ci sono anche sulle aste del Loncon e del Lemene, dove sono stati limitati i prelievi nel basso corso. In questo scenario delicato, la gestione ottimizzata delle opere di bonifica sta rendendo possibile l'attività irrigua in buona parte dei 60mila ettari irrigati. Non sono state per ora attuate sospensioni del servizio o razionalizzazione dei prelievi, che però il Consorzio non esclude di mettere in campo al fine di non pregiudicare le condizioni dei fiumi.
«Come Consorzio ha aggiunto Grego stiamo distribuendo sul territorio circa il 40 per cento dell'acqua che solitamente eroghiamo attraverso gli 87 punti di presa. Se la situazione dovesse rimanere immutata, tra 10 o 15 giorni l'agricoltura sarà in vera emergenza».

LE SOLUZIONI
Ma cosa fare nel medio e lungo periodo per arginare questi problemi? «Dovremo verificare la fattibilità di un maggior utilizzo di colture meno idroesigenti, usare pratiche agricole per rendere il terreno meno sabbioso, usare sistemi di distribuzione sempre più efficaci, creare dei micro-laghetti aziendali o pluriaziendali per accumulare acqua piovana. Noi abbiamo fatto molti interventi sulle reti di distribuzione, spendendo i 13 milioni del Programma nazionale di sviluppo rurale e ne abbiamo chiesti altri 60 milioni per realizzare nuove opere sulla nostra rete. Il cambiamento climatico in corso ha concluso il direttore impone scelte importanti che per essere concretizzate hanno bisogno di tempo. Tuttavia, fenomeni estremi come la siccità diventano di anno in anno sempre più importanti». Di alcune di queste soluzioni si sta parlando da anni, ma finora di concreto è stato realizzato ben poco, soprattutto in tema di bacini di accumulo e individuazione di soluzioni per l'economizzazione delle risorse idriche.

APPELLO DEI SINDACI
Anche la Conferenza dei sindaci si è occupata del problema, incontrando non solo i rappresentanti del Consorzio, ma anche Veritas e Lta, gestori delle acque potabili. «Esprimiamo preoccupazione ha detto il presidente della Conferenza, Gianluca Falcomer per l'agricoltura. Emerge infatti una situazione più grave di quella del 2003, in particolare per i raccolti in essere e per le colture che andranno a maturazione a fine stagione. Oltre all'emergenza ha aggiunto - vanno assolutamente portati avanti progetti di gestione intelligente delle acque».

VERTICE TRA COMUNI
Dall'incontro è emerso come sia meno grave la situazione per gli acquedotti, sia per il litorale che per l'entroterra. «Non si può parlare di vera allerta. L'attuale contromisura ha concluso Falcomer - è comunicare un corretto uso dell'acqua, evitando isterismi ingiustificati. Non ci saranno ordinanze, ma solo delle raccomandazioni ai cittadini».

 

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